Cronaca

Ancora morti tra i migranti: cristiani buttati in mare da musulmani compagni di viaggio

Ancora un altro sbarco finito in tragedia. Ad aggravare la già disperata situazione dei migranti, in fuga dai loro Paesi per cercare di rifarsi una vita, un episodio di estremismo religioso accaduto Domenica a bordo di un gommone partito dalla Libia verso la Sicilia.

Il bilancio è come sempre tragico. Dodici cristiani uccisi e gettati in mare. Secondo il racconto di alcuni superstiti, durante il viaggio domenicale, intorno alle otto di sera, una diatriba sulla gestione dell’acqua potabile ha scatenato l’ira dei numerosi musulmani a bordo del gommone. In realtà sembrerebbe che il motivo della lite sia stato solo un pretesto per dar luogo all’ennesima strage cristiana di questi giorni.

Al momento, le forze dell’ordine hanno tratto in arresto 15 uomini, tra le quali anche un minorenne, ma dalle indagini si intuisce che le persone coinvolte siano molte di più. Solo l’arrivo della nave Ellesborg ha permesso di porre fine alle sofferenze patite dai profughi che, oltre alla fame ed al freddo provati durante il viaggio, hanno dovuto assistere anche all’orrore di vedere i propri compagni uccisi e gettati in mare.

I racconti dei superstiti hanno parlato di un’aggressione carica di odio e finalizzata a causare volontariamente la morte dei migranti cristiani. I disperati si stringevano l’uno contro l’altro, mantenendosi, per non affogare. Un uomo, per difendersi, ha letteralmente staccato con un morso l’alluce dal piede ad un musulmano.

I racconti degli altri testimoni ed i riconoscimenti fotografici, hanno permesso alle forze di polizia di identificare gli autori della lite mortale. I disperati, in preda a lacrime e singhiozzi liberatori, hanno detto che in realtà i musulmani hanno deliberatamente ucciso e gettato in mare i profughi cristiani esclusivamente per motivi religiosi.

In questi giorni sembra che si sia scatenata un’altra guerra santa. I cristiani sono perseguitati ed uccisi barbaramente senza che nessuno riesca a porre fine a questo eccidio. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, poiché la tragedia è avvenuta in acque internazionali, ha dovuto firmare un’autorizzazione a procedere contro i cinque indagati.

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