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Iraq, raid aereo uccide Alì al Harzi «Legato all’assalto di Bengasi»

Fonti americane hanno diffuso la notizia dell’uccisione, avvenuta in Iraq, di Alì al Harzi, un tunisino che si era rifugiato da tempo in Iraq. La morte del militante risale al 15 giugno scorso e sarebbe stata causata dal lancio di un razzo da parte di un drone.

Alì al Harzi era da tempo sospettato di far parte del gruppo che aveva ideato e portato a termine l’assalto al consolato statunitense di Bengasi, avvenuto nel 2012. Altre notizie, che però non sono state confermate, parlano anche dell’uccisione del fratello, Tariq, altro personaggio di spicco e coordinatore dei kamikaze. Secondo quanto diffuso dagli statunitensi, il tunisino da alcuni anni si era rifugiato in Iraq, ed era entrato a far parte dello Stato Islamico. Nel corso dell’attacco avvenuto contro l’ambasciata americana, venne ucciso l’ambasciatore, Chris Stevens ed il nome di Alì al Harzi venne indicato immediatamente come uno dei responsabili. Il militante tunisino riuscì però a fuggire, arrivando in Turchia, dove venne arrestato e successivamente estradato nel suo paese.

Nel corso dello stesso anno, le autorità di Tunisi lo rilasciarono in quanto non erano emerse prove decisive contro di lui e se ne persero le tracce. In un successivo momento le autorità trovarono le prove che Alì al Harzi era coinvolto in almeno due omicidi di uomini politici del suo paese, ed era inoltre parte attiva di un movimento islamico, l’Ansar al Sharia, che oltre ad operare in Tunisia, forniva uomini anche per operazioni di terrorismo che si svolgevano in altri paesi, come la Siria e l’Iraq.

Dopo il suo arrivo in Iraq sembrava che avesse aderito ad al Qaeda, ma successivamente si era appreso il suo passaggio nelle file dell’Isis, notizia sostenuta negli ambienti americani. Nell’ambito della struttura dello Stato Islamico, Alì al Harzi avrebbe avuto degli incarichi molto importanti, ed avrebbe inserito anche il fratello, Tariq, che svolgeva il ruolo di addestratore per i kamikaze, e sulla testa del quale pende una taglia di 3 milioni di dollari offerta dagli statunitensi. L’uccisione di Alì al Harzi, che arriva dopo quella che in Yemen ha portato all’eliminazione di Nasir al Wuhayshi, conferma la volontà degli americani di procedere con azioni mirate all’eliminazione dei principali nemici, anche se non tutte le azioni riescono completamente, come dimostrato dal fallimento di quella tesa all’eliminazione di Mokhtar Belmokhtar, eseguita in Libia.

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