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Isis, anche Twitter nel mirino

Bizzarro come proprio il proprietario di uno di questi social, Jack Dorsey CEO di Twitter, canale attraverso cui si sarebbero diffuse delle idee jhiadiste, sia oggetto ora delle attenzioni dei terroristi: infatti è stata diffusa un’immagine del giovane imprenditore, ripresa da Buzzfeed, che raffigura una foto dell’uomo con il mirino rosso puntato sulla testa, quello classico dei fucili di precisione.

Secondo l’Isis, Dorsey si sarebbe macchiato di ostruzionismo nei confronti della diffusione, per via telematica, dell’ideologia islamica estremista, visto che sarebbero stati cancellati moltissimi account dell’Isis, creando secondo il sedicente ‘califfo’ Abu Bakr al Baghdad, una vera e propria guerra digitale, che, si legge nel post arabo diffuso, ora provocherà una vera guerra di sangue.

Non è certo la prima volta che il califfato minaccia di morte qualche grande esponente a capo di social: era già successo con Mark Zuckerberg che, all’indomani dell’attentato di Charlie Hebdo, aveva pubblicato un post di vicinanza alle vittime e di condanna assoluta della vicenda, venendo però prontamente ricoperto con la solita massiccia dose di minacce di morte da parte del califfato.

Non sono rimasti indenni da minacce anche i dipendenti della multinazionale dell’uccellino blu Twitter, che sono stati minacciati di decapitazione nello stesso post, che richiama sempre Jack Dorsey.

Situazione al limite dell’assurdo, con il fanatismo che sta superando ogni più cupa immaginazione, visto come si sta evolvendo la vicenda; da parte sua, Twitter ha diffuso un comunicato in cui ha dichiarato di stare indagando sull’autenticità dei messaggi diffusi, rimettendosi comunque a completa disposizione della giustizia e delle forze dell’ordine per cercare e fermare i colpevoli delle pesanti minacce.

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