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Jovanotti parla di ‘lavoro gratis’: polemica sui social network

LA PIETRA DELLO SCANDALO – Questa volta la platea dei social network se l’è presa con lui. La pietra dello scandalo? Un intervento che Jovanotti ha tenuto presso l’Università di Firenze e che, a stretto giro di posta, ha contribuito a rinfocolare le polemiche su un tema che continua a essere al centro dell’agenda politica.

Il 48enne cantautore, invitato al Polo delle Scienze Sociali dell’ateneo fiorentino per una sorta di ‘lezione’ in diretta streaming, ha parlato ai ragazzi presenti in aula di scuola, lavoro e delle sue esperienze professionali, pescando anche dal personale cassetto dei ricordi. Tuttavia, quella che ha scatenato le ire di molti è stata una frase dell’artista romano a proposito del lavoro gratis:

“Secondo me i giovani possono fare esperienza anche lavorando gratis. Ma cosa significa? Significa che hanno comunque partecipato a qualcosa, hanno costruito dentro di sé. Anche io, da giovane, ho lavorato a sagre ed eventi: qualcuno mi pagava qualcosa a fine serata, ma io mi divertivo come un pazzo”.

LA REPLICA DELL’ARTISTA– Anche se circoscritto al solo ambito degli eventi musicali, il pensiero di Jovanotti ha comunque innescato una polemica diventata subito ‘virale’ su Twitter: alcuni utenti hanno infatti ripreso le parole pronunciate da Lorenzo Cherubini, tacciandolo di essere l’ennesima voce del mainstream che si rivela ‘favorevole allo sfruttamento’, mentre c’è stato anche chi l’ha presa con ironia, invitando ad andare gratis ai suoi concerti.

Tuttavia, intervenuto nel corso del pomeriggio alla trasmissione radiofonica ‘Tropical Pizza’, Jovanotti ha avuto modo di correggere il tiro e spiegare il senso delle sue parole:

“Non ho mai detto e non ho nemmeno mai pensato che sia giusto lavorare gratis'” ha spiegato ai microfoni di Radio Deejay, provando a disinnescare la polemica. “Io ho solo raccontato la mia personale vicenda – ha continuato – e di come sia stato divertente confrontarmi col mondo del lavoro quando ero ragazzino. E, probabilmente, a me quell’esperienza è anche servita.

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