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Tour de France 18º tappa: Quintana e Froome non si fanno male, vince Bardet

La diciottesima tappa del Tour de France si presentava alla partenza con molti spunti interessanti: Nibali e Contador chiamati ad una prova d’orgoglio, gli attacchi previsti di Quintana, la curiosità sul fatto di vedere se Froome avrebbe continuato a gestire il proprio primato con la tranquillità che ha ostentato sino ad oggi.
Attesa giustificata oltre che dalle poche tappe che rimangono al termine, anche dalle caratteristiche della stesso percorso. La frazione che portava i corridori da Gap a Saint Jean de Maurienne, infatti, era la seconda tappa alpina (su quattro) e misurava ben 186 km. Caratterizzata da un buon numero di gran premi della montagna si prestava alla possibilità di fughe e attacchi in serie  e prima della partenzamolta era la curiosità relativamente alla stanchezza dei corridori, provati da ben due settimane di corsa.

Partenza in salita che vedeva immediatamente la fuga di ben ventinove corridori, quasi tutte le squadre erano rappresentate tra i fuggitivi, mentre tra di essi mancavano i big di classifica.
Tatticamente questo ha permesso una gestione della prima parte della gara, da parte della maglia gialla (Froome) molto agevole, con la sua squadra che si limitava a rimanere in testa e a fare un’andatura regolare, con l’intento di  controllare e smorzare sul nascere eventuali attacchi .
I ventinove battistrada, complice anche un’ottima organizzazione dei cambi, arrivavano ad accumulare quasi 4 minuti di vantaggio. All’inizio della salita verso il Col Du Glandon, però il team di Froome si mette in testa al gruppo e aumenta l’andatura in maniera progressiva, cosa questa che permette di ridurre il vantaggio dei fuggitivi a meno di due minuti.

Parte finale della tappa che riserva qualche sussulto, mentre in testa il gruppo dei ventinove si spezzetta, nel gruppo dei migliori vola qualche piccola scintilla, mentre paradossalmente quello che sembra il podio finale del Tour (Froome, Quintana e Valverde) non vede nessuna “scintilla”, i tre sembrano camminare con unione d’intenti, con l’unico scopo di contrastare gli attacchi, per altro molto timidi, di Contador e Nibali. Tatticamente la tappa non si sblocca n e mentre la lunga discesa (oltre 20 km) del Glandon vede staccare Bardet, dietro tra i pretendenti alla vittoria finale, tutto tace.

Bellissima l’azione del giovane transalpino in forza alla Ag2r, il 24enne disegna delle traiettorie perfette in una strada molto tecnica e insidiosa, egli sfrecciando a oltre 65 km/h riesce a staccare tutti e a ritagliarsi un buon vantaggio sugli inseguitori. La corsa dei big non lascia, invece, spazio alle emozioni, gli attacchi del “pistolero” e dello “squalo” vengono rintuzzati da Quintana e Valverde, con il Colombiano e lo Spagnolo della Movistar desiderosi di difendere le proprie posizioni, invece di attaccare quello che sembrerebbe il padrone assoluto della maglia gialla.
L’ultimo colpo potrebbe essere rappresentata dall’ascesa alla bellissima località di Montvernier, la strada s’inerpica per oltre tre km con pendenze medie del dieci per cento, ma nessuno sembra intenzionato ad attaccare e le posizioni sembrano ormai cristallizzate, agli spettatori non resta che godersi il panorama di una strada che s’innalza in maniera spettacolare sul fianco della montagna, e che sembra essere l’unica attrattiva di questa parte finale di tappa.

Traguardo che arriva senza problema per Bardet, tra due ali di folla felici di vedere in testa un loro connazionale. Il Francese vince a braccia alzate, con oltre trenta secondi di vantaggio sul secondo (Rolland). La sua voglia di spingere sui pedali fino alla fine, gli porta in dono l’ingresso, (per pochi secondi) nella top ten della classifica generale. I migliori arrivano per l’ennesima volta compatti, nulla sembra impensierire la maglia gialla e per il Britannico il sogno di bissare il successo alla Grande Boucle si avvicina.

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