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Turchia: la fine del dominio di Erdogan

L’era di Erdogan si conclude l’otto giugno 2015, dopo ben tredici anni di dominio in Parlamento, accompagnati da alti e bassi e da decisioni talvolta contestate aspramente.

La Turchia dunque si appresta a vivere un nuovo periodo politico: per tredici anni infatti Erdogan era riuscito a risultare incontrastato, forte delle sue idee e soprattutto del sostegno della popolazione turca.
Ma le elezioni del 2015 lo hanno visto sconfitto, almeno in parte: il suo partito infatti ha raggiunto la maggioranza del quarantuno percento, che non gli permette di governare con pieni poteri.

Erdogan dunque deve rinunciare al ruolo che faticosamente si era costruito col passare del tempo: il suo carisma ed importanza dunque sono stati fortemente ridimensionati, e pare che una collaborazione con gli altri partiti sia tutt’altro che scontato.
Il parlamentare infatti non ha mai parlato di alleanze con gli altri partiti, questo anche per il semplice fatto che non pensava ad una sconfitta così clamorosa.

Il potere dunque verrà diviso coi curdi, ma la collaborazione sarà molto difficile da portare a termine, secondo la popolazione turca.
Solo l’anno scorso Erdogan era riuscito a vincere le elezioni col cinquantadue percento delle preferenza, ma sono stati diversi gli errori commessi da parte dell’uomo, che con un fare troppo autoritario, ha persone nel corso dell’anno consensi da parte della popolazione.
L’undici percento della popolazione, che prima lo aveva eletto, ha deciso di voltargli le spalle, e dunque di optare per il partito dei curdi, rappresentato da Dermitas, che ora avrà voce in capitolo sulle future decisioni del parlamento.

La Turchia dunque è pronta ad affrontare questo grande cambiamento importante per la sua storia, che potrebbe portare dei benefici alla nazione stessa.
Resta da capire quale sarà la posizione che assumerà Erdogan, ovvero se si deciderà a collaborare col resto del parlamento turco, oppure se vorrà cercare di dominare come accaduto in passato, senza prendere in considerazione i pareri dei suoi nuovi colleghi.

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