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Milano: caccia ai Black Bloc usando anche l’esame del Dna

Sono ancora vivi nella mente dei Milanesi e negli occhi di chi ha potuto assistere attraverso i servizi dei vari telegiornali, i momenti di guerriglia urbana avvenuti il primo maggio in occasione dell’inaugurazione dell’Expo.

I “black block” che hanno messo a ferro e fuoco la città lombarda bruciando auto, distruggendo banche e negozi e creando il caos non sono destinati, comunque, a passarla liscia. Se nelle ultime ore ha fatto notizia la manifestazione intitolata “Nessuno tocchi Milano“, che ha visto partecipare moltissimi cittadini, feriti da quanto accaduto alla loro città, ora è giunta la notizia che la Polizia sta passando al setaccio anche le tracce di Dna pur di risalire ai colpevoli delle distruzioni.
In particolare, sono stati 14 manifestanti greci, bloccati nei giorni scorsi, ad essere sottoposti a dei prelievi “forzosi” di Dna. Quanto ottenuto permetterà di effettuare un confronto con le tracce presenti sui caschi e sui vestiti che gli stessi black block hanno abbandonato lungo le strade di Milano. Nel caso in cui dovesse esistere una corrispondenza, si passerebbe ad arrestare i sospettati. Intanto, sono già finiti tra le mura di un carcere i 5 Francesi che erano stati precedentemente arrestati nel centro storico, precisamente all’interno di un appartamento usato come rifugio. Per loro non è stato necessario nessun esame incrociato in quanto, all’interno del covo, sono stati trovati bulloni, biglie, ma anche maschere antigas e tute nere; addirittura, erano presenti anche pedaggi autostradali pagati il primo Maggio per recarsi a Milano. Ovviamente, tutto il materiale ritrovato è destinato ad essere passato al setaccio.

Per ora si parla di una quarantina di persone finite sotto indagine per una serie di reati. Questi ultimi vanno dalla devastazione al reato di resistenza, fino al porto d’armi senza i necessari permessi. In realtà, gli investigatori avrebbero raccolto informazioni riguardanti almeno un migliaio di coloro che hanno partecipato alla battaglia con le Forze dell’ordine. Da tali informazioni è emerso come siano stati circa 300 gli stranieri provenienti da vari Stati europei, giunti nella città lombarda per dare appoggio ai blakc block italiani. Tra questi ultimi, invece, da segnalare la presenza degli esponenti dei centri sociali più conosciuti. Non mancavano i “No Tav” provenienti dalla Val di Susa, ma nemmeno quelli appartenenti a “Porfido” e “Asilo” di Torino. Presenti i “Transiti” e i “Panetteria” di Milano; ma gruppi provenivano anche dalle città di Napoli, di Ferrara, di Bologna, Trento e Firenze.
È risultato, inoltre, come circa una settimana prima dell’inizio dell’Expo, gli organizzatori della manifestazione avessero provato a chiedere alla Questura di Milano di attraversare il centro, senza poter però garantire sulla mancanza di possibili scontri. Questo in quanto a Francoforte erano già stati fatti degli appelli a giungere in Italia, cercando di coinvolgere le frange di estremisti europei più violente.

Nel frattempo, continuano a circolare in rete video e foto che testimoniano gli scontri avvenuti. In base a quanto dichiarato dagli inquirenti, per studiarli tutti e dare, pertanto, un volto a chi ha distrutto la città, occorreranno dei mesi. L’obiettivo è quello di arrivare ad accumulare prove sufficienti da portare all’interno dei processi; in particolare, occorreranno prove che non sia possibile smontare con facilità, rendendo di fatto inutile il lavoro portato avanti.

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