Curiosità

Recensioni troppo cattive su Tripadvisor? Da oggi occhio alla denuncia per diffamazione

TripAdvisor è uno strumento utilizzato da molti avventori per scrivere o leggere le recensioni che riguardano locali, bar, ristoranti, alberghi e altre strutture di questo tipo. Da oggi  per i recensori più assidui, ma soprattutto coloro che intervengono commentando una struttura dalla quale sono rimasti delusi, meglio prestare maggiore attenzione a quanto si scrive: niente offese o si corre il rischio di essere accusati di diffamazione.

Tutti quei giudizi che andranno al di là della critica di un servizio, potranno causare  problemi al recensore, come dimostra ciò che è avvenuto a Milano. La Procura, infatti, ha dato il via ad un’inchiesta in seguito alla querela del titolare di un ristorante conosciuto, probabilmente stufo dei continui commenti negativi che riguardavano il suo locale.

“Pane vecchio”, “pesce fritto peggiore di quello Findus”, “cameriera da balera”, “posto infimo”

sono solo alcuni dei commenti che si possono leggere sul profilo del locale sul famoso sito di opinioni, seguiti dalla considerazioni non meno caustiche ed offensive di un altro utente che sentenziava:

“Clientela è tutta fuffa, rolex ed escort… mangiato uno spaghetto calamari, gamberetti e melanzane, ma purtroppo era scialbo» integrando il proprio post qualche giorno dopo con l’annotazione di come nel locale ci fossero anche delle “porche”.

Il ristoratore, a questo punto, ha deciso di sporgere querela ritenendo falsi quei post, scritti con intento diffamatorio, al solo fine di “screditare il locale” agli occhi di potenziali altri clienti. Di ciò il gestore era convinto poiché i profili autori di quei commenti si erano iscritti al sito il giorno stesso, con l’evidente obiettivo di commentare negativamente il ristorante.

In un primo momento, la Procura aveva archiviato la querela poiché i giudizi espressi rientravano nell'”esercizio del diritto di critica”. Secondo Gabriele Minniti, invece, legale del gestore, i commenti erano palesemente falsi, scritti da persone che in realtà non avevano mai frequentato il locale, e ciò lo testimoniava il fatto che sono stati citati anche “piatti inesistenti“.
E così il giudice Alessandra Clemente ha ordinato al Pm di riprendere le indagini, dando ragione al ristoratore: gli autori dei vari post considerati offensivi dovranno essere identificati, poiché i loro commenti sono stati ritenuti diffamanti e denigratori nei confronti del ristorante. Appendice di indagine ancor più necessaria in quanto vi è il concreto sospetto che tutti i commenti possano essere stati pubblicati unicamente per un intento denigratorio.

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