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Salvatore Girone e il Caso Marò: l’Italia chiama gli USA per riportarlo nel nostro paese

Mentre Matteo Latorre si trova in convalescenza in Italia, ecco il nostro paese partire “all’attacco” per dare una svolta anche alla posizione di Salvatore Girone, attualmente bloccato in India. Renzi ha contattato la Casa Bianca, anche se non si conoscono i dettagli e le motivazioni specifiche di tale chiamata, se non supporre che il nostro Premier punti ad una pressione da parte del Presidente americano sul Governo indiano. Cosa può fare il Presidente Obama per esercitare una valida e convincente pressione sul Governo di New Dehli, oltre alla semplice forza della sua immagine a livello mondiale? Pare che l’India stia avendo problemi nel palcoscenico mondiale a essere vista come una potenza investita di massima affidabilità, e una risposta negativa all’eventuale richiesta del Presidente Usa potrebbe peggiorare la loro posizione già piuttosto traballante.

La partita insomma si gioca su scambi di interesse generale, e trovare un equilibrio convincente che accontenti entrambe le parti non è molto semplice, anche se da parte indiana sembra ci siano segnali di distensione. La speranza di Renzi e del nostro governo attraverso la richiesta di aiuto agli Usa avvenuta con la telefonata (e dati i segnali di meno rigidità da parte del Governo indiano), è la possibilità di far tornare anche Salvatore Girone e lasciare che aspettino in patria la decisione dell’arbitrato internazionale.

In cosa consiste tale decisione? La scelta che dovrà prendere il collegio arbitrale è su dove sarà svolto il processo ai due marò (accusati dell’omicidio di due pescatori nello Stato del Kerala nel giorno 15 febbraio 2012), e qualunque sia la sede prescelta per l’esecuzione del processo a loro carico, aspetterebbero la decisione in Italia. La decisione dovrebbe avvenire a Gennaio 2016; la data è ancora da stabilire e non è certo che il processo avvenga in uno dei due stati in questione, ma potrebbe essere scelto un luogo neutro ai due Paesi. Fonti non confermate sostengono che la telefonata di Matteo Renzi nasconda anche la speranza di portare il processo nel nostro paese.