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“Colpiremo al cuore l’ISIS”: Barack Obama lancia la sfida globale al terrorismo jihadista

LA SVOLTA DI OBAMA – Dopo il discorso alla nazione in diretta dallo Studio Ovale della Casa Bianca e le anticipazioni affidate ad Ashton Carter, Segretario della Difesa, Barack Obama ha deciso di scendere in campo in prima persona e di dichiarare guerra all’ISIS. Al termine di una recente riunione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, tenutasi al Pentagono, il Presidente degli Stati Uniti ha messo a punto con i suoi più stretti collaboratori una nuova strategia per fronteggiare la minaccia oramai globale lanciata dal sedicente Stato Islamico. La strage al centro disabili di San Bernardino (California) ha infatti shockato l’opinione pubblica e suggerito così ai vertici dell’amministrazione guidata dallo stesso Obama un’accelerazione: via dunque alle operazioni militari in Siria e Iraq anche se, per il momento, non verranno impiegate truppe di terra ma si procederà solo con raid aerei e con il supporto logistico, anche a livello di “know-how”, alle forze armate locali.

IL PESO DEI SONDAGGI – “I leader dell’ISIS non potranno nascondersi in eterno – ha spiegato il Presidente al termine della riunione – e il messaggio che noi mandiamo a loro è chiaro e semplice: voi sarete i prossimi”. La minaccia jihadista è oramai una priorità anche negli Stati Uniti e, secondo alcuni recenti sondaggi, quasi il 53% dei cittadini americani ritiene che sia giunto il momento di intervenire in Medio Oriente e, addirittura, che sia giusto anche l’impiego di forze di terra. La “svolta” di Obama, sostenuta dal vice-presidente Joe Biden e dal Segretario di Stato, John Kerry, tiene conto anche di un altro sondaggio, in base al quale sei intervistati su dieci disapproverebbero l’attuale gestione della sicurezza e delle misure anti-terrorismo. Insomma, pare che l’escalation nell’uso della forza sia nell’agenda del Pentagono nel 2016: “Renderemo loro sempre più difficile avvelenare il mondo: li colpiremo al cuore” è stata la chiusa lapidaria del discorso di Obama.