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Cosa Nostra si riorganizza e va al voto. E gli inquirenti scoprono un omicidio.

L’operazione “Torre dei diavoli” ha condotto i carabinieri del Ros e il comando provinciale di Palermo ad eseguire sei provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone riconducibili alla famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù. Grazie a delle cimici è stato possibile intercettare i padrini all’interno di una sala da barba, nel bel mezzo delle votazioni per eleggere i nuovi vertici. Segnale inequivocabile che la famiglia si stava riorganizzando. E aveva decretato una condanna a morte. Quella di Mirko Sciacchitano, ucciso vicino a Viale della Conciliazione lo scorso 3 ottobre a colpi di pistola. La vittima doveva essere punita per aver preso parte al ferimento di Luigi Cona (legato allo stesso clan), avvenuto poche ore prima dell’ omicidio. Durante il brutale assassinio i boss assistevano in macchina a distanza. Ma anche li c’era una microspia. E così gli investigatori sono risaliti ai colpevoli.

La “nuova” cosca, in realtà la più vecchia di Palermo, aveva a capo Giuseppe Greco, recentemente scarcerato. E il suo fido consigliere, Salvatore Profeta, era stato condannato e poi scagionato per l’omicidio del giudice Borsellino e degli agenti della sua scorta. Un ritorno alle tradizioni in piena regola per Cosa Nostra, con il gruppo di vertice della famiglia legittimato al comando da elezioni che vedono la partecipazione di altri uomini d’ onore. Esattamente secondo gli schemi che i pentiti degli anni ’80 avevano svelato ai giudici.

Nel racconto delle cimici si sentono i boss ricordare proprio le elezioni degli anni Settanta, quando il vincitore era sempre Stefano Bontate, capomafia della famiglia di Santa Maria di Gesù e leader indiscusso della Mafia palermitana. Fino a che Totò Riina non lo fece uccidere, assurgendo lui al ruolo di capo incontrastato.