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Delitto di Ancona: ora i due fidanzati si scambiano accuse

Nel caso del delitto di Ancona, che potrebbe diventare duplice, con il padre della ragazza che si trova in coma irreversibile, spuntano accuse reciproche tra i due ragazzi, con Antonio che in un colloquio con il pm ha dichiarato che è stata la fidanzata ad incitarlo a sparare. Diversa invece la versione della ragazza che ha dichiarato “Io non l’ho fermato perché sono rimasta impietrita”, e che dopo la sparatoria ha seguito Antonio perché paralizzata dalla paura. La ragazza, che non ha ancora 16 anni, si trova ora in un centro di accoglienza, mentre lui si trova in carcere ed è sorvegliato perché si teme che possa farsi del male, dopo aver sparato, sabato scorso, ai genitori della sua ragazza.

La non corrispondenza tra le dichiarazioni dei due viene confermata da Giovanna Lebbroni, a capo della Procura dei minorenni. Prima di sabato la loro relazione era andata avanti con una dipendenza reciproca quasi assoluta: Antonio si disperava quando lei non poteva uscire di casa, trattenuta dai genitori, mentre la ragazza lo aveva costretto a chiudere il suo profilo Facebook e  a strappare le lettere che gli erano state scritte dalle precedenti fidanzate. I famigliari di Antonio sostengono che tra le due famiglie fosse scoppiata una guerra quando i genitori della ragazza, Roberta e Fabio Giacconi ,si sarebbero recati in questura per denunciare una nuova fuga d’amore. Una circostanza che viene smentita da Oreste Capocasa, questore di Ancona, ma i Tagliata sostengono anche che proprio in quel momento i Giacconi avrebbero conosciuto i precedenti con la giustizia del padre di Antonio, e per questo avrebbero imposto alla figlia di lasciarlo.

L’odio per Roberta e Fabio sarebbe stato quindi il movente per la sparatoria di sabato, quando il ragazzo, dopo essersi rasato la testa a zero, ha raggiunto la casa dei Giacconi portandosi dietro la pistola ed i caricatori con le cartucce. Intanto sul corpo di Roberta Pierini è stata eseguita l’autopsia ed a breve si dovrebbero conoscerne gli esiti. Nel frattempo la polizia continua ad indagare, interrogando sia i vicini di casa che i famigliari di Antonio, allo scopo di fare maggiore chiarezza sull’intera vicenda. In casa di Antonio è stato anxche sequestrato un foglietto scritto dal ragazzo, nel quale confessava il delitto.