Curiosità

Facebook cede a Change: sparisce la emoji paffuta, al posto dello status “mi sento grasso” ecco “mi sento pieno”

Dopo la protesta contro le emoticon razziste, ecco quella che riguarda l’emoji paffutella, che compare su Facebook quando si digita “Mi sento grassa“.

La faccina grassottella, infatti, sino a qualche ora fa faceva parte degli stati d’animo precompilati del social network, prima di venire eliminata a seguito della petizione organizzata dal sito change.org poiché colpevole di:

 “Incoraggiare una percezione negativa del corpo”.

Nel giro di un paio di settimane le firme raccolte sono state oltre 15 mila, numero che ha permesso di convincere il noto social a rimuovere la faccina rubiconda dalle emoticon che Facebook mette a disposizione dei propri utenti.
A promuovere la petizione è stato il gruppo “Endangered Bodies“, secondo cui quell’emoji paffutella causerebbe ulteriori problemi a chi già soffre di disturbi legati al peso, come ad esempio vergogna per la propria condizione e pensieri autodistruttivi.
Quando qualcuno scrive su Facebook di sentirsi grasso utilizzando questa faccina – sempre secondo il pensiero di “Endangered Bodies” – si prenderebbe gioco di quelle persone che davvero si trovano in sovrappeso oppure soffrono di disturbi alimentari.

“Tutti i corpi meritano rispetto”

la condivisibile conclusione della petizione vincente.

Da parte di Facebook, dopo un iniziale silenzio, l’accoglimento di quella che sembra essere una richiesta legittima, con la creatura di Mark Zuckerberg che ha provveduto non solo a rimuovere il faccino pieno, quanto anche ad eliminare lo status  “mi sento grasso“, rimpiazzandolo con un più politically correct “mi sento pieno“,  da tempo già a disposizione degli utenti italiani .

Non si tratta della prima volta in cui Facebook si trova a dover fare i conti con proteste che riguardano le sue emoticon: in passato fu accusato di razzismo poiché mancava un’emoticon nera (e tuttora manca), con le recriminazioni di chi sostiene ci debbano essere più faccine con tratti non solo caucasici,  poi a protestare furono i rossi, poiché fra le varie emoji c’erano faccine more, bionde, grigie, castane, ma ne mancava una che li rappresentasse.

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