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Il futuro di Banca Monte dei Paschi di Siena: sarà acquistata da Unicredit?

Quanto ci è costato ad oggi “la Caporetto del Montepaschi di Siena” e quanto arriverà a costarci dopo che, probabilmente, Mps sarà acquistata da Unicredit?

È questo il quesito a cui risponde oggi il Sole24Ore: dal 2008 a oggi il «disastro targato Mps» made in Pd è costato 23,5 miliardi e potrebbe arrivare a toccare i 30 miliardi «tra aumenti di capitale (bruciati) e contributi pubblici iniettati» a spese dei contribuenti italiani.

A rassicurare i mercati, Siena, il Monte dei Paschi, la Toscana e tutti i politici saliti sulle barricate, che Banca Mps non sarà svenduta o spezzettata, che non ci sarà una disfatta collettiva con migliaia di esuberi e che Unicredit non si prenderà unicamente i pezzi migliori di Rocca Salimbeni, lasciando a Siena e al governo una Bad Bank piena di crediti deteriorati, rischi di risarcimenti miliardari per cause legali, sportelli anti economici e una direzione generale datata con quasi 3mila dipendenti.

Se la contrattazione tra Unicredit e Ministero dell’Economia sui destini del Monte dei Paschi si concludesse con una proposta esageratamente penalizzante per Siena la Toscana e la Banca, il ritorno di Letta in Parlamento sarebbe a rischio.

Storia un declino di Monte dei Paschi di Siena e di investimenti azzardati

Monte dei Paschi anche dal nome rievoca i pascoli maremmani (paschi) le cui rendite furono date a garanzia dei debiti contratti dal Granducato di Toscana a partire dall’era di Ferdinando II de’ Medici in seguito all’inizio della signoria fiorentina su Siena.

Storia lunga e orgogliosamente identitaria, quella di Mps, fusa in un tutt’uno con quella di una città di storica signorilità.

Un decadenza che ha una causa ben precisa: la hybris della governance guidata da Giuseppe Mussari che all’inizio degli Anni Duemila volle fare delle manovre un po’ troppo azzardate.

Puntando a portare Mps, che giorno dopo giorno con una presenza sempre più consolidata nel risparmio nazionale era diventato il quarto gruppo bancario italiano, a rilevare Antonveneta per 9 miliardi di euro così da immaginare una crescente espansione sul territorio Italiano.

Nel 2009 arrivano i primi Tremonti Bond da 1,9 miliardi.

Era quello il momento in cui Mps investiva in pubblicità su tutto il territorio toscano e nazionale e in cui, forti delle sponsorizzazioni della banca, la società calcistica del Siena raggiungeva la Serie A rimanendovi saldamente per diversi anni. Periodo in cui, vincendo scudetti a ripetizione, la Mens Sana Basket, sponsorizzata da Rocca Salimbeni, portava in Europa il brand del gruppo presentandosi generalmente come “La Montepaschi” in relazione al suo main sponsor.

Anni ruggenti cui seguì la Grande Depressione.

L’ordalia di Monte dei Paschi di Siena iniziò allora; seguirono la bufera dei debiti sovrani del 2010-2011, la crisi giudiziaria del 2012-2013, la diffusione dei crediti deteriorati, la destabilizzazione della struttura bancaria del Centro Italia tra il 2015 e il 2017.

Nel 2017  Monte dei Paschi di Siena è costretta a chiedere l’ingresso nella ricapitalizzazione cautelativa straordinaria.

Come sottolinea il Giornale, questo enorme sperpero di denaro pubblico è interamente targato Pd, dal momento che le operazioni spericolate che hanno portato la banca senese, storicamente legata al Pci-Pds-Ds ecc..sull’orlo del baratro, hanno una precisa targa di partito. Così come il salvataggio del 2017 che l’ha resa pubblica, così come allo stesso modo l’ipotesi di vendita a Unicredit, che venne messa a punto durante l’ultimo governo Conte, con la benedizione del premier grillino e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, oggi candidato sindaco di Roma.

Ed è una competizione sociale e politica che riguarda non solo Siena, ma l’Italia e l’Europa.