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Numero chiuso alla Facoltà di Medicina: ancora difficile abolirlo, si guarda al modello francese

Ancora poche aule e risorse per il cambiamento

L’abolizione del numero chiuso alla Facoltà di Medicina avverrà, ma sicuramente nel 2019 sarà ancora presente una qualche forma di selezione. Si parla di 15 mila accessi contro i 10 mila attuali. Il sistema dovrebbe prevedere la possibilità per tutti di entrare, ma con uno sbarramento alla fine del primo anno come accade in Francia.

I problemi da affrontare non sono pochi: personale carente, aule insufficienti e nuovi regolamenti. Insomma, difficile pensare che il test possa scomparire da un momento all’altro. Sembra più realistico realizzare un modello francese con l’accesso libero a tutti gli studenti e uno sbarramento a fine anno. Già dal 2019 le modalità potrebbero cambiare ampliando i posti e le borse di specializzazione, ma sicuramente il test sarà ancora presente.

Via libera al modello francese

L’abolizione del test per entrare nelle facoltà universitarie, da anni discussi, è da sempre stato il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, ma professori e rettori non sembrano aver accolto bene la prospettiva di abolire il numero chiuso nelle facoltà di Medicina. Dire addio ai test di accesso significa dover accogliere migliaia di studenti in più ogni anno con tutte le problematiche annesse, così come lo sbarramento alla fine del primo anno che potrebbe causare una specie di imbuto e più disoccupati a lungo termine.

Si tratta, insomma, di una proposta allettante per tutti quegli studenti che sognano di poter studiare Medicina e superare l’odiato test, ma non ancora fattibile per mancanza di organico e aule.

Alla fine i ministri Marco Bussetti e Giulia Grillo hanno annunciato, tramite un comunicato, che si tratta di un “percorso da iniziare già quest’anno per gradi” prendendo come spunto il modello francese: gli studenti possono iscriversi tutti alla facoltà di Medicina, ma alla fine del primo anno devono affrontare una prova molto difficile con tutti gli argomenti trattati a lezione e soltanto il 30% degli studenti sarà ammesso al secondo anno.