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Brittany Maynard, l’americana malata di tumore al cervello rinvia l’eutanasia

La storia di Brittany Maynard, la 29enne americana affetta da un tumore al cervello è ormai da tempo al centro delle cronache, non solo statunitensi. La donna, che nonostante una operazione e le terapie alle quali si è sottoposta, non è riuscita a sconfiggere la malattia, si era trasferita con il marito da San Francisco a Portland, nello stato dell’Oregon, dove l’eutanasia è legalizzata ormai da 17 anni.

In questo periodo di tempo 1.173 persone hanno fatto la richiesta per poter effettuare l’eutanasia, ma solo 752 ne hanno usufruito, mentre tutte le altre hanno rinunciato. Brittany sembrava molto ferma nella sua decisione e circa un mese fa lo aveva comunicato a tutti, postando un video su YouTube, nel quale aveva spiegato senza fronzoli la sua decisione, parlando della malattia che altera il viso, e che non aveva sconfitto nonostante l’abbia combattuta con tutte le sue forze.

La donna aveva dichiarato che tutto quello che le restava era la possibilità di decidere il momento della sua morte ed aveva fissato la data al 1° novembre, dopo aver festeggiato il compleanno del marito. La notizia naturalmente aveva posto interrogati riguardo all’eutanasia in tutti gli stati degli USA ed erano tornati di attualità tutti i sondaggi sull’argomento effettuati dagli istituti di ricerca e da enti assistenziali. Vi sono state polemiche, si sono spese parole, in gran parte sui social network, mentre Brittany si godeva gli ultimi giorni, facendo quelle cose mai fatte prima come gite nei parchi, ed in canoa, ed una visita al Gran Canyon.

In un ultimo video, che è stato trasmesso dalla CNN si insinua però un possibile rinvio, con Brittany che dichiara

“Se il 2 novembre arriva e sono morta, spero che la mia famiglia sarà ancora orgogliosa di me e delle scelte che ho fatto”,

proseguendo poi con un’altra frase che lascia ancora un margine di ripensamento:

“Se invece sarò ancora viva so che andremo avanti tutti assieme come famiglia e che questa decisione arriverà più avanti”.

A fianco della donna, nel suo percorso verso l’eutanasia, si era schierata la Compassion and Choice, una associazione che da svariati anni si batte per il diritto all’eutanasia, che al momento è riconosciuta solo in 4 stati degli USA. Compassion and Choice si è schierata a fianco di Brittany occupandosi in particolar modo dei risvolti legali della scelta, in quanto la burocrazia è implacabile, anche nell’Oregon dove l’eutanasia è riconosciuta.

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