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Cile: Jorge Schindler come l’omonimo Oskar, salvò i perseguitati dal regime di Pinochet

Nessuno avrebbe potuto sapere cosa nascondesse la vita di Jorge Schindler, un placido uomo che conduce una vita normale nella sua terra, eppure, durante il regime di Pinochet, lui fu uno degli attivisti comunisti che più di altri riuscì a mettere in salvo i suoi compagno.

La storia la racconta lui stesso in un libro che lo ha reso celebre e, prima di vedere il famosissimo film “Schindler’s List”, non era nemmeno a conoscenza di ciò che il suo omonimo fece qualche anno prima, durante la Seconda Guerra mondiale.

Jorge Schindler ha sempre avuto un ruolo di primo piano tra gli attivisti comunisti di Santiago, dove sposò la figlia di un farmacista che, per ripagarlo, lo fece diventare socio: le capacità acquisite nelle farmacie del suocero, gli permisero qualche anno dopo di ricostruirsi una sua vita. Nel frattempo, Jorge Schindler aveva ottenuto un incarico governativo, perso quando l’esercito di Pinochet occupò il palazzo del potere.

A quel punto Jorge iniziò daccapo, forte dell’esperienza come farmacista, e aprì due botteghe dei sobborghi di Santiago. Le botteghe presto divennero sette e, per continuare a dare una mano ai suoi compagni perseguitati dal regime, cominciò ad assumerli come finti medici e, dopo averli ripuliti e in qualche modo istruiti, li metteva a lavorare dietro il bancone.

Furono in tutto 100 i rifugiati accolti da Jorge Schindler e, di questi, solo 2 vennero catturati dall’esercito e uccisi.
Quando la polizia fece irruzione in una delle sue farmacie, evidentemente consigliati da qualche soffiata, nonostante sapessero che quello era uno dei punti di riferimento dei comunisti della città, non poterono procedere contro Jorge Schindler e i suoi lavoranti, perché non trovarono nessuna prova della loro attività contro il regime.

Jorge Schindler, comunque, nel 1979 abbandonò la copertura e decise di scappare da Santiago, dove la situazione si era fatta troppo complicata e i rischi troppo elevati, rifugiandosi in Svizzera e, da lì, si trasferì poi in Germania, dove ora risiede, ma non esclude di tornare, un giorno, a Santiago, dove alcune di quelle farmacie sono ancora aperte.

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