Curiosità

Cucina italiana migliore al Mondo? Una volta! Italia all’ 8 posto per qualità del cibo

Secondo l’organizzazione umanitaria, nella speciale classifica riguardante la qualità del cibo e l’accessibilità allo stesso da parte della popolazione, le nazioni in cui si mangia meglio sono Paesi Bassi, Francia e Svizzera. Alle spalle di questo terzetto si posizionano altre nazioni europee: quarta l’Austria, quinta la Danimarca, sesta la Svezia, settimo il Belgio e solo ottava l’Italia.

Secondo Oxfam, in Italia si è convinti di  mangiare bene ma in realtà le cose vanno peggio di quel che si creda,
Anche se non si raggiungono i livelli del Regno Unito – il peggior paese europeo per quel che concerne la qualità del cibo – in Italia si mangia relativamente peggio e, soprattutto, il cibo di qualità non è facilmente accessibile a tutti.
A pari merito con l’Italia si trovano Irlanda e Portogallo.
Il “Good Enough to Eat Index” stillato da Oxfam permette di monitorare la situazione socio-economica di un Paese e di dimostrare che, anche in paesi sviluppati come l’Italia, la fame è un problema latente.
Elisa Bacciotti, responsabile delle campagne della Ong in Italia, ha sottolineato come la qualità a livello assoluto del cibo del Belpaese sia indiscutibile ma la crisi economica, l’inflazione, l’aumento dei prezzi e la scarsità di lavoro porta molte persone a dover far sacrifici e, per far quadrare i conti a fine mese, mangiare cibo di qualità inferiore.
Per la Bacciotti, in Italia il costo della vita è elevato rispetto al potere d’acquisto dei salari dei cittadini, con conseguenze pesantissime sulla qualità dell’alimentazione.
L’indice dimostra anche che anche se a livello teorico le risorse dovrebbero bastare per sfamare tutta la popolazione terrestre in modo sano, povertà e disuguaglianza fanno sì che una minoranza ristretta possa avere a disposizione cibo di qualità e la maggioranza debba soffrire fame e denutrizione.
Per Winnie Byanyima, numero uno di Oxfam, i Governi dovrebbero intervenire per ridistribuire le risorse e garantire alla popolazione di poter accedere al cibo a prezzi equi.
Altri paesi sviluppati in cui l’accesso a cibo di qualità non è garantito a tutti sono Regno Unito, Cipro, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Brasile, tutti al di fuori della top 20 mondiale.

Il dramma della denutrizione e della fame è comunque evidente in Africa: le ultime 30 posizioni della graduatoria sono occupate da 26 paesi africani, a cui si aggiungono altre aree a rischio come Pakistan, Bangladesh, India e Laos.
In paesi come Gambia, Guinea e Ciad il cibo ha un valore pari a 2,5 volte il prezzo degli altri beni di consumo, rendendolo per molti un vero e proprio bene di lusso.
Zimbabwe e Angola, travolte da una drammatica crisi economica, l’inflazione fa sì che i prezzi siano estremamente volatili, con gravi rischi per l’approvvigionamento di cibo per le masse.
Infine, per quel che concerne la denutrizione infantile e il sottopeso, i peggiori paesi sono Yemen, Burundi, India e Madagascar.
In Messico, Stati Uniti, Arabia Saudita, Kuwait e Isole Fiji, al contrario, la cattiva qualità del cibo porta a diabete o obesità.

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