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Egitto: scambiati per terroristi, uccisi 12 turisti e le loro guide

Dodici nuovi morti, dodici nuove vittime innocenti di una strage che non conosce limiti, dodici ignari turisti colpevoli solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E’ questo il nuovo bilancio di una subdola guerra che ormai non conosce confini geografici: le forze di sicurezza egiziane, durante un’operazione finalizzata a combattere il terrorismo, hanno ucciso per errore dodici persone, tra cui turisti messicani e alcune delle loro guide.

La notizia, diffusa dalla BBC, ha fatto riferimento ad alcuni turisti che viaggiavano a bordo di quattro fuoristrada. Non si conoscono ancora i dettagli della dinamica, ma pare che gli autobus siano entrati nella zona proibita di Wahat, nel deserto di occidente. Proprio in quella zona, secondo le parole del ministero dell’Interno egiziano, era in corso un’operazione congiunta di polizia ed esercito, finalizzata ad acquisire elementi per la lotta al terrorismo. I militari, nel corso dell’operazione, hanno incrociato sulla loro traiettoria le auto dei turisti e non sono riusciti ad arrestare le operazioni di attacco già avviate, provocando il triste bilancio di dodici morti e dieci feriti, trasferiti negli ospedali locali.

Nei comunicati ufficiali del ministero dell’Interno sono stati resi noti i numeri dei turisti messicani e delle guide, presumibilmente egiziane, rimasti coinvolti nell’incidente. Il luogo dell’incidente, sempre secondo le ricostruzioni del ministero, è stato collocato nel vasto deserto occidentale, vera porta di accesso allo Stato della Libia, attualmente occupato dai numerosi militari affiliati alle forze dell’Isis. In questo luogo, negli ultimi mesi, centinaia di soldati e poliziotti hanno perso la vita nelle numerose operazioni di contrasto.

Sulla notizia sono giunte voci ufficiali anche dal ministero degli Esteri messicano che conferma la presenza di cittadini di nazionalità messicana fra le vittime dell’incidente, in un numero accertato finora di due. A queste dichiarazioni si sommano quelle che riguardano l’agenzia turistica che aveva organizzato il tour: pare che l’organizzazione non avesse i permessi necessari ad attraversare un luogo così pericoloso e che non avesse neanche informato le autorità della presenza dei turisti messicani. Sembra, quindi, che i turisti e le loro guide non dovessero trovarsi lì.

Una volta appresa la notizia, inoltre, Claudia Ruiz Massieu, il ministero degli Esteri messicano, ha immediatamente contattato l’ambasciatore egiziano in Messico ed ha avviato un’indagine approfondita per districare i vari dubbi sull’accaduto. Intanto in Egitto l’ambasciatore messicano Jorge Alvarez Fuentes, accompagnato da alcuni rappresentanti consolari, si è recato dai sopravvissuti, ospitati nell’ospedale Dar el-Fouad.

Secondo i racconti dei sopravvissuti, mentre i turisti stavano cenando, tre aerei da combattimento hanno iniziato a sganciare missili sui veicoli ed a sparare. I veicoli sono immediatamente esplosi e molti turisti sono rimasti carbonizzati. Alcuni turisti hanno tentato la fuga, ma sono stati raggiunti dai proiettili dei militari, che hanno inseguito chiunque tentasse di scappare. Secondo un dipendente del tour operator, i turisti stavano seguendo il consueto itinerario che, partendo dal Cairo, termina all’oasi di Bahariya. Qui i turisti avrebbero dovuto passare la notte in hotel, ma, non si sa per quale motivo, il gruppo ha deciso di interrompere il loro viaggio ben 100km prima dell’Oasi.

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