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Jafar Panahi conquista l’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino

Non nuovo alle scene internazionali del cinema, Jafar Panahi non ha potuto ritirare il premio perché costretto dal regime iraniano a non lasciare il Paese. Una sorta di arresti domiciliari quelli in cui si trova l’artista, dopo che dal 2009, un suo tentativo di raccontare in un documentario le elezioni presidenziali, lo ha portato alla detenzione e alla sentenza di divieto assoluto di girare ancora film.

Nonostante il divieto, che dovrebbe escluderlo dalle produzioni cinematografiche per 20 anni per azioni sovversive contro il regime e contro la sicurezza nazionale, il coraggioso regista ha di nuovo lottato contro il sistema iraniano, sfidandolo proprio per le strade della capitale Teheran.

Montando una telecamera in un taxi, è riuscito a filmare interamente le scene senza destare sospetti o farsi vedere dalle autorità iraniane. Con così poco, è riuscito ad ottenere un grande film documentario sulla vita di tutti i giorni a Teheran. Panahi, che è anche il protagonista del film, compare come tassista ed ogni persona che sale sul mezzo giallo, racconta una storia.

Questo intenso spaccato di vita quotidiana, è valso al regista l’Orso d’Oro della 65° edizione del Festival del Cinema di Berlino.
Secondo il presidente della giuria, il regista hollywoodiano Darren Aronofsky, questo premio celebra lo spirito combattente di Panahi, che non si è fermato nonostante le condanne e le restrizioni subite, ma ha lottato per il suo pubblico, per il suo paese e per la libertà di ogni individuo.

Il ministro degli affari esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier si è detto soddisfatto per la decisione di premiare “Taxi”, perché in quel documentario così semplicemente realizzato, c’è così tanto da mostrare al mondo. La volontà di parlare nonostante il bavaglio del regime e la libertà espressa nel tentativo di raccontare un mondo diverso.

Il regista, così osannato e celebrato nel mondo, nella sua Iran e nella sua Teheran invece, è considerato un sovversivo e un dissidente, tanto che sua nipote ha ritirato il premio per lui, incastrato nella terra che tanto ama e che tanto vuole raccontare.

L’ultimo grande successo di Jafar Panahi a Berlino, fu nel 2013 con “Closed Curtain” con il quale si aggiudicò il secondo premio, l’Orso d’Argento.

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