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Minaccia Isis all’Italia: online un dicumento di propaganda

Fonte: serviziopubblico.it

La minaccia dell’Isis si fa concreta anche in Italia; dopo l’allarme di qualche giorno fa con due presunti terroristi che cercavano di comprare armi sul mercato nero a Roma, è emerso un nuovo e completo documento, portato alla luce dal sito Wikilao, che lo ha scovato sul web.

Il documento, che sarebbe il primo in italiano e tra l’altro scritto in maniera ineccepibile dal punto di vista grammaticale, è un testo di 64 pagine che inneggia all’islamismo e racconta dell’autoproclamato stato del Califfato: secondo indiscrezioni, il testo sarebbe rivolto ai musulmani presenti sul territorio italiano che, pur essendosi integrati, vengono comunque ritenuti dall’intelligence italiana, soggetti potenzialmente influenzabili da tali situazioni.

Il titolo del documento, “Lo Stato Islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”, secondo alcuni analisti, potrebbe provenire direttamente dal Medio Oriente, mentre secondo altri non è da escludere che qualche jihadista presente sul territorio nazionale abbia elaborato e diffuso il testo, che tra l’altro si conclude con un saluto del “vostro fratello in Allah, Mehdi”, personaggio che, ammesso che esista davvero, resta un’incognita anche per i servizi segreti.

Curioso come il documento sia stato redatto, inverosimilmente, con estrema professionalità, composto per altro da un sommario, graficamente gradevole, anche se nei contenuti contestabile: i temi della propaganda jihadista sono al centro dello stesso, con grafici, statisticche, e anche una prefazione in cui vengono indicati i motivi di interesse nella lettura.

Qualche buona notizia comunque arriva dalla Siria, dove sarebbero stati liberati, secondo notizie riportate dalla CNN, 29 dei 220 cristiani rapiti qualche settimana fa nei villaggi attorno alla città siriana di Tell Tamer. La liberazione è stata resa possibile da una sentenza del giudice del tribunale dell’Is nel nord della Siria, mentre resta ancora in bilico il futuro degli altri detenuti, per una macabra vicenda che si spera abbia un epilogo positivo.

 

 

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