Misteri

NWO: verremmo spiati dalla Xbox? I rischi di avere una Kinect sempre accesa

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Tutti fremono per l’arrivo della Xbox One e del nuovo sensore Kinect. L’universo dei videogames si appresta ad entrare in una nuova fase dove la battaglia tra Microsoft e Sony alzerà sicuramente il livello qualitativo a livelli inimmaginabili.

Viste le luci, non ci si può però esimere dal parlare delle ombre che porterà questa nuova era. Ombre che si addensano in particolar modo sugli utenti “domestici” delle console di casa Microsoft e di casa Sony. Come riportato qualche giorno fa da “The Verge”, lo spegnere il pc, azione normalissima che tutti gli utenti fanno, potrebbe divenire qualcosa di superfluo. Il tutto a causa della nuova versione di “Kinect”, la telecamere “sempre accesa” che arriverà sul mercato allegata alla nuova Xbox One. E’ stata la stessa azienda di Bill Gates a confermare che il sensore non si spegne mai, al fine di poter subitamente rispondere a richieste vocali o anche, semplicemente per testare alcuni parametri, ad esempio il battito cardiaco, o sincerarsi che l’utente sia in possesso del software ideale per lavorare al pc. Microsoft ha più e più volte assicurato che non userà mai in modo illecito questo potere. Cosa che, anche volendo, stando sempre ai comunicati diramati dall’azienda in queste settimane, non potrebbe fare. Questa precisazione potrebbe interpretarsi come la presenza di limiti di tipo tecnico irrisolvibili che impedirebbero l’accesso ai sensori Kinect degli utenti sparsi in tutto il mondo. Le rassicurazioni fanno ben sperare ma la domanda che molti si pongono è se dopo la vicenda “Prism” sia il caso di fidarsi nell’utilizzare questo tipo di tecnologia.

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Microsoft ha ribadito che i rivelatori di Kinect non captano immagini o suoni da spedire ai server dell’azienda, se non con il consenso diretto dell’utente che utilizza la console. Inoltre i dati sono raccolti in forma anonima. I dubbi però sono leciti, se pensiamo che l’azienda aveva dato forti rassicurazioni anche sulla impossibilità per chiunque, in primis per le autorità statali, di decriptare le conversazioni vocali o testuali che avvengono su Skype. Rassicurazioni che, come sappiamo, sono state ampiamente smentite dalle rivelazioni di Edward Snowden. le quali hanno confermato come già nel 2008 era chiaro agli addetti ai lavori che il programma di videochiamata, per la sua natura di peer-to-peer e a causa delle avanzate tecniche di decriptamento dei messaggi, era facilmente “hackerabile”.

Indubbiamente un problema con Kinect, simile a quello che si è verificato con Skype, sarebbe una brutta gatta da pelare per Bill Gates e i suoi uomini.

C’è però chi addirittura ipotizza la presenza di leggi segrete che diano la possibilità di compiere tali operazioni.

Questa paura è stata ad esempio espressa dall’analista politico Christopher Soghoian che dopo aver osservato come il caso Prism abbia appannato l’immagine di Microsoft, ha espresso preoccupazioni sul futuro, ricordando l’esistenza di un precedente giuridico, per l’applicazione della legge sull’uso della “tecnologia di consumo” ai fini di sorveglianza.

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