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Tema choc “Chi uccideresti tra papà e mamma?”: sospensione per le maestre

Le maestre avevano sottoposto la loro classe, una terza elementare, ad un tema avente per titolo “Chi uccideresti tra papà e mamma?” e adesso, per precauzione, sono state sospese dall’ufficio scolastico regionale.

Ma stiamo parlando dunque di una domanda inopportuna o di un vero e proprio reato?
La Procura di Ivrea ha sostenuto che non ci siano sufficienti elementi per imputare le due docenti, di 58 e 60 anni, chiedendo così l’archiviazione del caso poiché i comportamenti “fuori luogo” delle donne non sarebbero comunque penalmente rilevanti. Il provvedimento di natura cautelare, stando a quello che dichiara l’ufficio legale del Provveditorato, servirà per ricostruire la vicenda in modo più chiaro, se verrà ritenuto opportuno.

Le settimane di indagini infatti, spiando le lezioni con telecamere nascoste, non hanno riportato alcun maltrattamento fisico ma soltanto delle lezioni un po’ “anomale”, dove si parlava di sesso, con frasi del tipo “Il sesso è quando i vostri papà si fermano per strada con le prostitute di colore o quando le vostre mamme fanno l’amore con altri uomini» o di morte in modo eccessivo per dei minori.

A volte nelle immagini si vedono rotoli di scotch lanciati attraverso l’aula o massaggi al collo e alle spalle che le donne si facevano fare a turno dagli allievi. Un modo di rapportarsi tra adulto e bambino senza dubbio poco consono al loro ruolo di educatrici.
Secondo il pm, coordinatrice delle indagini, sono emersi soltanto profili di carattere disciplinare e nessun rilievo penale.

I genitori dei sette bambini che avevano denunciato gli episodi si sono opposte all’archiviazione insieme ai loro legali, spostando così la decisione ultima nelle mani di un gip che dovrà approfondire la questione.

“I carabinieri hanno fatto un lavoro eccellente. In quelle immagini viene documentato quello che secondo noi si configura come reato di maltrattamento, che non è solo fisico. Per questo ci siamo opposti all’archiviazione” sottolinea l’avvocato.

L’Ufficio scolastico regionale ha reso noto, in tutta risposta:

“Stiamo esaminando casi molto gravi. Se saranno accertati, l’Amministrazione interverrà in maniera decisa: episodi come questi non possono essere tollerati”.

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