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17 arresti per terrorismo in tutta Europa: 6 in Italia, presi dai Ros

Un’operazione transnazionale, che ha impegnato le forze di polizia di vari paesi europei tra i quali l’Italia, ha portato all’arresto di 17 persone, 6 delle quali fermate nel nostro paese. L’accusa nei confronti degli arrestati è di terrorismo internazionale e, secondo quanto diffuso da un’emittente televisiva norvegese, Tv2, a capo dell’organizzazione ci sarebbe il mullah Krekar, fondatore dell’Ansar Al Islam, un gruppo islamista. Il Mullah aveva intenzione di compiere un attacco terroristico in Italia, dove era stato negli anni 1992/1993. Attualmente Krekar era rifugiato in Norvegia, dove è stato arrestato, e da parte del nostro Paese è scattata subito la richiesta di estradizione, alla quale le autorità norvegesi dovranno rispondere.

Nel corso della giornata si terrà anche una conferenza stampa, durante la quale si conosceranno i dettagli dell’operazione. La conferenza stampa si svolgerà presso la Procura Nazionale Antimafia e saranno presenti sia il comandante dei Ros che il procuratore nazionale antimafia. L’indagine è stata portata avanti per cinque anni da parte della autorità, che hanno iniziato a monitorare i circuiti informatici. Tramite questi controlli i Ros sono venuti a conoscenza di contatti tra le persone coinvolte ed hanno individuato la cellula terroristica italiana, scoprendo in un secondo momento che faceva parte di un più ampio movimento, esteso ad altri paesi europei. Da qui la necessità di una operazione transnazionale con la collaborazione non solo delle polizie dei vari paesi ma anche di Eurojust. La struttura terroristica che è stata smantellata operava con più livelli di responsabilità ed operatività.

Uno degli arrestati in Italia, Abdul Rahman Nauroz, svolgeva attività di reclutamento sia utilizzando internet, sia tenendo delle “lezioni” nel suo appartamento di Merano, dove venivano organizzate le riunioni degli aspiranti jihadisti”. Oltre agli arresti sono state eseguite una serie di perquisizioni, che in Italia hanno riguardato appartamenti in provincia di Brescia, Bolzano e Parma.