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Arrestato il femminicida del Trentino, era al supermercato

È durata una settimana la fuga di Marco Quarta, l’uomo che la sera del 12 marzo a Pergine Valsugana (Trento) ha ucciso la donna che era stata sua moglie, Carmela Morlino. Ed è finita all’uscita da un supermercato, nel parcheggio di un centro commerciale alla periferia di Rovigo.

Quarta faceva la spesa e forse non si aspettava che qualcuno lo riconoscesse. Invece una donna si è accorta di lui, si è ricordata di aver visto il suo volto nelle foto diramate dai media e ha chiamato il 112. Così i carabinieri di Rovigo hanno raggiunto il centro commerciale “La Fattoria” e, vista la sua auto, alcuni di loro sono entrati nell’esercizio commerciale mentre altri si appostavano nei pressi della vettura. È stato semplice quindi fermare e ammanettare l’uomo nel momento in cui tornava alla macchina.

Dopo il delitto, Quarta sembrava sparito, benché fossero stati messi sotto controllo il cellulare e le sue carte bancarie, e fossero stati creati posti di blocco. Perfino un elicottero sorvolava i boschi, dato che non si escludeva la possibilità di un suicidio. Qualche segnalazione pervenuta da varie zone d’Italia (a Faenza presso Ravenna, a Folgaria nella provincia di Trento, di nuovo in provincia di Ravenna, infine a Salerno) non era servita a granché. Lo si cercava ormai in tutta la Penisola e anche all’estero.

Quarta e la moglie vivevano separati dopo che lei lo aveva denunciato per violenza domestica e a lui era stato proibito avvicinarla. In seguito a una violazione, l’uomo era stato condannato ai domiciliari, poi sospesi grazie a un percorso rieducativo.

Marco Quarta, nato quarant’anni fa a Borgomanero (Novara), si era stabilito dapprima con la famiglia a Varese e poi a Trento ai tempi dell’università, dove aveva frequentato giurisprudenza. Con la moglie Carmela, 36 anni da compiere, di San Giovanni Rotondo, aveva invece abitato a Zivignano di Pergine. E a Pergine infine l’ha accoltellata giovedì scorso, lasciando orfani i loro due figli di 3 e 6 anni. Ora i due bambini sono stati affidati ai nonni materni, mentre nel paesino una fiaccolata di solidarietà ha voluto onorare Carmela e ricordare a tutti di vigilare per evitare delitti orrendi come questo.

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