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Emergenza umanitaria nel campo profughi di Yarmouk (Siria): i miliziani dell’Isis fanno strage di civili

YARMOUK IN MANO AL ‘CALIFFATO’ – Sta assumendo dimensioni sempre più drammatiche la situazione nel campo palestinese di Yarmouk, situato a otto chilometri a sud di Damasco (Siria) e che ospita 18mila profughi. Secondo i dati forniti da alcune agenzie dell’ONU, sarebbero già mille le vittime della furia dell’ISIS: le milizie dello Stato Islamico, infatti, dallo scorso primo aprile hanno occupato militarmente il campo e procedono, ogni giorni, a esecuzioni sommarie e decapitazioni.

La preoccupazione espressa da varie Ong che operano nella zona riguarda soprattutto la presenza di ‘oltre 3.500 bambini’, intrappolati in una vera e propria area di guerra: qui si fronteggiano i guerriglieri del Califfato e i ribelli siriani che cercano di frenare l’avanzata dell’ISIS nel proprio Paese. Al momento, meno di 2mila occupanti del campo sono riusciti fortunosamente a trovare una via di fuga e ad abbandonarlo.

UNA ‘NUOVA SREBRENICA’? – L’assedio a cui è soggetto, da oramai una settimana, il campo profughi (in una zona controllata per l’80% dai jihadisti), sta creando una situazione insostenibile. Gli scontri impediscono di creare un ‘corridoio umanitario’ per portare cibo e medicinali alle migliaia di palestinesi intrappolati a Yarmouk, dove mancano anche acqua ed elettricità.

Nelle ultime ore, non solamente l’ONU ma anche il quotidiano israeliano ‘Haaretz’ ha denunciato le condizioni inumane in cui versano molti profughi, dal momento che spari e bombardamenti mietono vittime innocenti tra i civili e il personale medico scarseggia. Al momento, tuttavia, qualsiasi appello al ‘cessate il fuoco’ è caduto nel vuoto: secondo alcuni osservatori internazionali, la situazione di Yarmouk ricorda quella della cittadina di Srebrenica nel 1995 quando, nel corso della guerra in Bosnia, vide il genocidio di circa 8 mila musulmani bosniaci senza che l’ONU fosse in grado di fare nulla.

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