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Gli Usa in aiuto dei curdi a Kobane: lanciate armi, munizioni e medicine

Kobane è ancora il centro della lotta allo Stato Islamico. Nella cittadina siriana abitata in maggioranza dai curdi, e sottoposta ormai da tempo agli attacchi delle truppe islamiche, sono stati paracadutati aiuti militari e medici da parte degli Stati Uniti.

I lanci, secondo le notizie diffuse dal comando americano della zona, sono stati effettuati con l’utilizzo di un C 130, ed il materiale lanciato era stato fatto pervenire dalle autorità curde dell’Iraq, in modo che gli assediati possano resistere alle offensive jihadiste. L’arrivo di questi aiuti è stato confermato anche da un portavoce delle milizie curde, che ha rivolto un ringraziamento agli americani per il loro sostegno.

Intanto, si continua a trattare per la concessione da parte della Turchia del passaggio nel suo territorio a truppe curde che potrebbero raggiungere la città di Kobane per dare manforte agli assediati. La Turchia era stata invitata più volte dagli Usa ad intervenire nella lotta che si sta svolgendo a Kobane, che dista pochi chilometri dal confine, ma il governo di Ankara finora ha preferito non impegnarsi in favore dei curdi, anche per le tensioni che esistono sul proprio territorio con gli attivisti curdi del PKK.

Una dichiarazione in merito è stata fatta dal Ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu. Nello stesso tempo gli USA ed i loro alleati, continuano ad effettuare raid aerei contro l’Isis; raid che hanno raggiunto anche la regione di al-Anbar, una delle zone più importanti degli islamisti in Iraq. Le forze della coalizione pensano anche all’addestramento delle truppe irachene che combattono contro l’Isis, ed a questo proposito, l’Australia, dopo aver trovato un accordo con il governo iracheno, ha provveduto ad inviare nella zona 200 istruttori appartenenti alle proprie forze speciali.

Da parte dell’Isis si è registrata una nuova offensiva contro Kobane e sul fronte iracheno, prendendo di mira sia la diga di Mosul che installazioni nella Nineveh Valley. Il lungo impegno nella battaglia, sta costringendo i jihadisti a ricorrere a nuovi arruolamenti e, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, nelle file degli islamici si troverebbero anche ragazzini di 12 anni. Secondo fonti locali si stanno anche lanciando appelli nelle moschee, in modo da raccogliere sangue da destinare ai feriti nelle battaglie in corso.

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