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Hong kong: continua la protesta, anche i Vescovi in piazza

Ad Hong Kong crescono le proteste legate alla riforma elettorale, ed i manifestanti sono stati mobilitati anche nel giorno in cui ricorre la festa nazionale della Cina, l’anniversario, il 65esimo, della fondazione della Repubblica Popolare.

E le forze di polizia si schierano in maniera imponente per contrastare i manifestanti, di questa che è stata battezzata come la “rivoluzione degli ombrelli“, prendendo spunto dal grande uso che ne viene fatto da parte delle persone che sono scese in piazza a manifestare, sia come protezione dal caldo che affligge la zona, sia contro i lacrimogeni che vengono lanciati dalla forze dell’ordine. Anche sui vari social network è in corso un passa parola riguardo a questa denominazione.
Le proteste, che si susseguono ormai da giorni, hanno provocato anche l’interessamento da parte dei Vescovi e dal capo della diplomazia USA, John Kerry, che intende incontrare il suo omologo cinese proprio per discuterne. Ai manifestanti era stato rivolto un appello da parte del Governatore e delle autorità cinesi, a lasciare vie e piazze, proprio per la concomitanza con i festeggiamenti, ma i manifestanti si sono dimostrati sordi alle richieste ed una grande moltitudine di persone ha continuato nelle proteste. Nella notte precedente sulla città si era scatenato un vero e proprio diluvio, ed i manifestanti in questa occasione hanno usato gli ombrelli, proprio per difendersi dalla pioggia che cadeva intensa, senza per questo lasciare le strade. Nella mattinata, molti manifestanti si sono portati proprio nei dintorni di Piazza Bauhinia, dove era in programma una cerimonia ufficiale di celebrazione della ricorrenza.

In questa occasione, nella piazza, c’era un imponente dispiegamento delle forze dell’ordine, a protezione del capo del governo di Hong Kong, Leung Chun-Ying e degli altri esponenti del partito comunista presenti. Lo stesso Leung Chun-Ying ha tenuto un discorso, durante il quale non ha fatto alcun riferimento alle proteste in corso ma nello stesso tempo ha invitato tutti gli abitanti di Hong Kong a far si che lavorando tutti insieme, “mano nella mano” sono state le sue precise parole, si possa infine realizzare il “sogno cinese”. Leung Chun-Yingha poi auspicato che da parte di tutti ci sia un lavoro comune con il governo, in modo che il processo costituzionale possa progredire in modo legale, pragmatico, razionale, e soprattutto pacifico. Subito dopo ha brindato in onore del rappresentante di Pechino nell’ex colonia britannica, Zhang Xiaoming. Sia il capo del governo che le altre autorità presenti erano state fischiate e contestate al loro arrivo a Piazza Bauhinia. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, Kerry dovrebbe discutere della crisi attuale con Wang Yi, il suo omologo della Repubblica Popolare cinese, e l’incontro tra i due si dovrebbe tenere al Dipartimento di Stato. Nel contempo anche i Vescovi hanno fatto sentire la loro voce, annunciando cha anche loro scenderanno in piazza insieme ai manifestanti. Pur dichiarando di credere nel dialogo, i Vescovi hanno espresso una posizione chiara suggerendo di estendere le proteste alla parte più centrale di Hong Kong, quella dove si svolgono la maggior parte degli affari, nel caso il governo non accetti il dialogo. Provocando delle perdite economiche, è il messaggio dei vescovi, probabilmente si può ottenere un maggiore ascolto da parte delle autorità.

Questa dichiarazione è stata rilasciata alla stampa da parte dell’82enne cardinale Joseph Zen. Le manifestazioni di protesta da parte dei cittadini sono iniziate in concomitanza dell’avvio della riforma elettorale. Infatti la Cina, che è tornata in possesso dell’ex colonia britannica nel 1997, ha annunciato che al momento della nuova elezione, il capo dell’esecutivo potrà essere scelto tramite una lezione a suffragio universale che si terrà nel corso del 2017, ma che i candidati alla carica tra cui poter scegliere saranno un numero ristretto, solo due o tre candidati, e saranno selezionati da un Comitato.

1 Comment

  1. […] Nel quartiere di Mong Kok le barricate sono state organizzate su Nathan Road, una via molto centrale e trafficata. Le stesse sono state erette dagli studenti all’inizio delle manifestazioni, lo scorso 28 settembre, e sono state da subito riconosciute come il simbolo della lotta contro l’attuale legge elettorale dell’isola. Ciò che si contesta è la mancata possibilità di una nomina civile dei candidati per eleggere la massima carica dell’isola di Hong Kong. […]

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