Curiosità

Il segreto per smettere di fumare? La puzza del pesce marcio

Chi ha cercato più volte di smettere di fumare sa quanto possa essere difficile mettere in pratica tale decisione. Il bisogno di nicotina e l’abitudine infatti rendono davvero arduo allontanarsi dalle sigarette. Ma da oggi c’è una novità riguardante tale campo, che va però al di là dei semplici cerotti e delle sigarette elettroniche.

Una ricerca scientifica, infatti, avrebbe provato che la puzza del pesce marcio, se annusata durante la fase non REM del sonno, andrebbe ad aumentare le probabilità di riuscire a smettere di fumare. Tale risultato proviene da un esperimento del Weizmann Institute of Science di Israele, che ha pubblicato la propria ricerca sul Journal of Neuroscience.

La ricerca si basa sui concetti del riflesso condizionato pavloniano e sull’apprendimento subliminale. Partendo infatti dal celebre esperimento del noto Ivan Pavlon sul riflesso condizionato del cane, hanno rielaborato i riflessi e i destinatari dell’esperimento.

In questo caso, infatti, vi erano i fumatori sottoposti poi durante il sonno all’odore di sigarette e pesce marcio in rapida successione. L’obiettivo quindi degli scienziati israeliani, seguendo appunto il condizionamento pavloniano, era quello di far associare ai fumatori la sigaretta come un riflesso condizionato negativo. Pertanto, durante la fase non REM del sonno, è stato sfruttato l’apprendimento subliminale del sonno attraverso tali forti odori di sigarette e pesce marcio in successione.

Tali puzze hanno funzionato, anche se parzialmente, in quanto mentre i soggetti percepivano gli odori, cambiavano la loro respirazione a seconda della puzza percepita, mostrando così ai ricercatori la loro situazione di fastidio. L’esperimento però non ha portato all’abbandono delle sigarette da parte dei sottoposti alla sperimentazione, ma hanno comunque tutti i ridotto il loro numero di sigarette giornaliere.

Si tratta quindi comunque di un grandissimo passo avanti verso la lotta al tabagismo, che causa ogni anno un numero altissimo di malattie e tumori.

Il risultato di tale esperimento è dovuto quindi alle associazioni mentali. Attraverso la rapida successione di tali due odori, le persone sottoposte alla ricerca hanno associato subito la sigaretta a qualcosa di negativo. Tale gruppo di persone ha infatti poi ridotto il numero di sigarette fumate del 30%. Lo stesso non è accaduto invece agli altri due gruppi di soggetti studiati che, sempre nella fase non REM del sonno, erano stati sottoposti uno al solo odore di fumo e l’altro al solo odore di pesce marcio. In questi due casi infatti nessun cambiamento del comportamento o della respirazione è stato registrato.

Tali studi sono quindi molto importanti per aiutare la percentuale di fumatori che vogliono smettere e che non riescono.

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