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Libia: accordo raggiunto alla Conferenza di Berlino

Si è svolta ieri a Berlino la Conferenza promossa dalla cancelliera Angela Merkel per discutere della situazione in Libia.
Vi hanno preso parte tutti gli Stati dell’UE e non, ad esclusione della Tunisia perché coinvolta tardivamente.

Al tavolo delle trattative non erano seduti i due leader libici Fayez Sarraj e Khalifa Haftar, i quali hanno avuto però dei colloqui separati con la cancelliera Merkel sia prima che dopo la conferenza. In particolare il presidente ibico Fayez al Sarraj si è detto dispiaciuto del fatto che in Europa non si parli con una sola voce, facendo riferimento alla Francia che più volte si è espressa a favore del generale Haftar.
Tutti i leader intervenuti hanno dichiarato la necessità che la situazione libica vada risolta senza l’uso delle armi, dichiarandosi d’accordo per l’embargo delle armi e promettendo controlli molto più serrati rispetto al passato.
Secondo quanto riferito dalla Merkel alla conferenza stampa subito dopo la conclusione dei lavori, la soluzione politica sembra l’unica via praticabile e con gli accordi sottoscritti da tutti i paesi intervenuti, si sono gettate le basi per proseguire sul cammino di pace prospettato dall’ONU.

Naturalmente, prosegue la cancelliera, con la Conferenza di Berlino per ora si è riusciti a stabile una tregua tra i due contendenti libici, ma molto c’è ancora da fare, anche perché lo scopo è quello di restituire la Libia al suo popolo con la fuoriuscita dal territorio di tutte le truppe straniere.
Anche il premier italiano Giuseppe Conte ha dichiarato che alla base dell’accordo sulla Libia c’è l’impegno di tutti i partecipanti alla conferenza di evitare qualsiasi interferenza negli interessi della Libia, ponendo così le basi per un percorso che porti ad una pace lunga e duratura.

Anche l’inviato dell’ONU Ghassem Salamè ha definito la Conferenza di Berlino come una giornata da ricordare, perché si sono raggiunti molti degli obbiettivi preposti, con l’augurio che nei prossimi giorni si concretizzi tutto ciò di cui si è discusso, in particolare il blocco della vendita delle armi.