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Parla il fidanzato di Valeria Solesin: ‘È morta tra le mie braccia’. Martedì i funerali laici a Venezia

LA RICOSTRUZIONE DEL FIDANZATO – Valeria Solesin, la ricercatrice italiana deceduta nel corso dell’attacco terroristico al ‘Bataclan’ di Parigi, sarebbe spirata tra le braccia del suo fidanzato, rimastole accanto mentre gli autori del massacro sparavano sugli spettatori inermi. È questo quanto emerge dalla testimonianza resa da Andrea Ravagnani, fidanzato della 28enne originaria di Venezia, ai Carabinieri a proposito dei drammatici momenti vissuti durante la serata dello scorso 13 novembre. ‘Valeria è morta tra le mie braccia’ ha spiegato Ravagnani, aggiungendo anche di averla tenuta stretta a sé per ‘un tempo interminabile’. Inoltre, stando a quanto riportato dalla ‘Tribuna di Treviso’, la morte è sopraggiunta per dissanguamento e l’agonia della ragazza sarebbe durata 15 minuti

L’ULTIMO SALUTO A VALERIA SOLESIN – A uccidere Valeria è stato infatti un colpo di kalashnikov esploso da uno dei palchi del ‘Bataclan’ e diretto verso la platea in basso: in base a quanto appreso dall’esame autoptico, eseguito presso l’Ospedale dell’Angelo di Mestre, la ferita alla parte sinistra del volto non è stata subito letale per la ragazza, rimasta agonizzante tra le braccia del fidanzato. Quest’ultimo, assieme a sua sorella Chiara e al compagno di lei, avrebbe finto di essere morto per evitare di essere ucciso dai terroristi che sparavano all’impazzata su chiunque si muovesse, ma anche su chi era a terra per infliggere il ‘colpo di grazia’. Il ragazzo sarebbe inoltre rimasto vicino a Valeria per quasi due ore, ovvero fino a quando le forze speciali francesi, intorno alla mezzanotte, hanno fatto irruzione con un blitz nella sala gremita di cadaveri.

Al termine dell’autopsia, è stata aperta una camera ardente nell’atrio del palazzo di Ca’ Farsetti, a Venezia, dove tantissime persone si sono recate per tributare un ultimo saluto alla salma della Solesin: i funerali verranno invece celebrati martedì mattina in Piazza San Marco, alle ore 11, in forma laica come espressamente chiesto dai genitori della ragazza.