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Riforma del lavoro: ecco cosa prevede

Il Jobs Act sarà uno degli snodi centrali nell’autunno caldo di Matteo Renzi e del suo esecutivo , che si prepara ad un duro scontro sia con i Sindacati che con la minoranza interna del PD contraria alla nuova legge delega sul welfare dell’ex sindaco di Firenze.

Con la nuova riforma del lavoro, infatti, per la parte datoriale dovrebbe essere meno complessolicenziare i propri dipendenti, mentre per quest’ultimi saranno ristretti i requisiti per ottenere la cassa integrazione. Di contro, saranno previsti nuovi ammortizzatori sociali per i precari ed un aiuto alle lavoratrici autonome, che potranno così aver riconosciuta la maternità. Sono questi i punti più importanti della nuova riforma del lavoro, che sembra voler modernizzare l’economia italiana attraverso la restrizione e la diminuzione di alcune tutele ai dipendenti con posto fisso, per inserirne altre che vadano a favorire i lavoratori svantaggiati.
Malgrado il Jobs Act non sia ancora stato delineato in maniera definitiva, sembra ormai aver preso corpo la bozza del nuovo provvedimento dell’esecutivo Renzi, che per essere attuato avrà comunque bisogno di molti fondi la cui provenienza non è ancora stata individuata.

Il passaggio più discusso del Jobs Act, inutile dirlo, quello riguardante  l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che regolamenta i licenziamenti. La riforma prevede, infatti, la cancellazione della norma che obbliga il datore di lavoro (di un’azienda con più di 15 impiegati) a riassumere il licenziato senza giusta causa, anche qual’ora il giudice sancisca che il licenziamento è stato immotivato. Per il dipendente licenziato ci sarà solamente un indennizzo monetario.
Queste norme, è bene ricordarlo,  avranno validità soltanto per i nuovi assunti e non per coloro che hanno già un posto di lavoro. Giro di vite anche alla cassa integrazione, un’istituto previsto dalla legge italiana che consente alle aziende di fermare il lavoratore qualora l’impresa veda un importante riduzione delle entrate. Verrà infatti stabilito un limite di 12 mesi, e sarà possibile usufruirne solo per le aziende che abbiano fallito o venduto un settore, e che siano ricorse ad altre forme di riduzione dell’orario lavorativo. Nel Jobs Act, l’esecutivo Renzi sbloccherà anche i fondi di solidarietà, ideati due anni fa dal ministro Fornero ed ancora fermi. I fondi di solidarietà sono una forma alternativa di cassa integrazione per le piccole imprese che non possono permettersi di usufruire di questo istituto.
Previsti anche maggiori fondi per i sussidi di disoccupazione, che verranno così resi disponibili anche a categorie di lavoratori che prima non potevano usufruirne (collaboratori a progetto o precari flessibili). Saranno estesi inoltre anche i sussidi per le lavoratrici autonome che decidano di andare in maternità, categoria fino ad oggi meno tutelata delle donne assunte come dipendenti.
Previsto anche il potenziamento e la revisione dei corsi di formazione (essenziali per il ricollocamento di chi rimane senza lavoro), che vedranno la partecipazione sia del pubblico che del privato.

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