Misteri

Scie chimiche: ma che cosa sono?

Un dibattito molto sentito è quello che riguarda le cosi dette “scie chimiche”, con questo termine vengono indicate delle tracce -scie appunto- che si osservano occasionalmente nel cielo.

Su questo tema c’è una divisione tra gli sciachimisti (ovvero coloro che reputano questi fenomeni figli un “complotto”) e scettici (che spiegano tali fenomeni dal punto di vista scientifico). Secondo i primi, alcune scie di condensazione vengono rilasciate nell’atmosfera terrestre da parte di speciali e sofisticate strumentazioni montate su aerei; per gli sciachimisti, l’obbiettivo non è chiaro, credono siano tracce biologiche e chimiche che, presumibilmente, vengono rilasciate con l’obbiettivo di modificare le condizioni climatiche zonali.

 

Per i secondi invece, sono semplicemente degli effetti di condensazione causati dall’utilizzo dei jet di ultima generazione; in particolare, quando il jet sorvola una certa zona dell’atmosfera particolarmente ricca di umidità, la scia non riesce ad evaporare ma resta condensata per un certo lasso di tempo, anche una o due ore. Non ci sarebbe dunque nulla di misterioso o preoccupante, dei semplici fenomeni chimico-fisici causati dal “traffico aereo”. Inoltre, secondo gli scettici, la tesi delle “scie chimiche” come qualcosa di preoccupante o, frutto di un complotto da parte di sconosciuti, è solo una sorta di trovata pubblicitaria. Il fatto che queste “scie” con il tempo si allarghino a formare un velo, è una conseguenza del vento; esso infatti, porta a un allontanamento delle particelle che, appaiono cosi come un velo. Essendo sparse, dopo qualche minuto evaporano e la scia scompare; queste due sono le spiegazioni del fenomeno noto come “scie chimiche”.

Prendendo pur per vera questa seconda ipotesi, è interessante notare come la stessa FAA (l’agenzia che regola e supervisiona l’aviazione civile negli USA) enumeri precisamente quali siano i parametri necessari perché si formi una scia di condensazione (in inglese “contrail“) riconducibilie, essenzialmente nella presenza di un’ umidità relativa almeno del 70%, temperatura minore di -40°C, quota superiore ai 7/8000 metri.

Sono molti, infatti, coloro che affermano essere costante la presenza  anche in Italia, dalla fine degli anni ’90, di  aerei non di linea, spesso, intenti a voli a quote inferiori agli arei civili e praticanti itinerari fuori dalle usuali rotte, che rilascerebbero da scarichi speciali lunghe scie bianco sporco.
E’ interessante notare, e questo possiamo farlo semplicemente ad occhio nudo, come la presenza di scie a solcare il cielo appaia molto più numerosa di un tempo e la loro persistenza si mantenga anche per ore, allargandosi , talvolta, a velare tutto il cielo con una cappa lattiginosa a schermare il sole.

Favorevoli o scettici, l’unica cosa certa è l’esistenza di precisi progetti, militari e non, da parte degli Stati più ininfluenti nel tentativo di modificare/controllare  le condizioni atmosferiche.  Da questo punto di vista la madre di ogni progetto trova fondamento nello studio Haarp, programma  condotto dalla Nato per analizzare  le proprietà della ionosfera e le avanzate tecnologie nelle comunicazioni radio applicabili nel campo della difesa. Il termine HAARP indica l’acronimo di High-frequency Active Auroral Research Project: Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza. Non dubitiamo che anche, in questo caso, ci sarà qualche scettico metterne in dubbio l’esistenza, ma da parte nostra ci limitiamo a riportare quanto contenuto in documento, rlasciato nel 2002 a firma di 188 deputati alla Duma: “Sotto il programma HAARP, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”, continuando individuano come potenziale rischio  che la ionosfera possa collassare per squilibrio elettrico, concludendo: “Possiamo davvero rischiare di manomettere qualcosa che ancora non comprendiamo del tutto, e che appartiene ad ogni forma di vita (non solo umana) su questo pianeta?”

 

 

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