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Un laser per prevedere le eruzioni vulcaniche e la tecnologia è italiana

L’Agenzia Aerospaziale tedesca ha presentato una tecnologia, basata sull’impiego di un particolare laser (realizzato dall’Enea), che dovrebbe permettere di prevedere l’avvicinarsi di una eruzione vulcanica. 

La tecnologia alla base di quella che potrebbe rivelarsi come una novità fondamentale per evitare possibili catastrofi, è italiana. In pratica, il laser consente di misurare la concentrazione di Co2 presente nei gas vulcanici senza incontrare la complessità, la lentezza e la pericolosità degli altri metodi utilizzati finora. A dare il via al progetto è stata proprio una richiesta fatta dagli stessi vulcanologi all’ENEA, alla ricerca di un modo per allertare la popolazione nel caso in cui dovesse verificarsi un pericolo di eruzione.
Secondo quanto dichiarato da Luca Fiorani, che lavora per il Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro Enea, riuscire a misurare il biossido di carbonio costituisce una sfida “scientifica e tecnologica” di importanza cruciale; è tale sostanza, infatti, ad uscire dal cratere prima delle eruzioni.
Il laser rientra nel progetto europeo denominato BRIDGE ed ha assunto il nome di BILLI (Brigge Volcanic Lidar). Ha la possibilità di misurare distanze fino ad un chilometro e può essere orientato in qualunque direzione, per mirare con estrema precisione la zona del pennacchio vulcanico che si intende monitorare.

Tra il 13 e il 17 di Ottobre si sono svolti i primi test a Pozzuoli, che hanno visto il supporto di diversi ricercatori del Centro Ricerche Portici. Deve essere sottolineato come la tecnologia alla base di BILLI possa trovare applicazione anche in altre occasioni; ad esempio, nelle zone all’interno delle quali si è sviluppato un incendio oppure in quelle che vedono emissioni causate da processi di combustione.

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