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Anche in Tunisia l’ombra dell’Isis, blitz al Museo e 18 turisti morti, anche 2 Italiani tra le vittime

Arriva dalla Tunisia la notizia di un’azione terroristica che ha avuto luogo poche ore fa. Oggetto dell’attacco è stato il Parlamento, situato a Bardo. Secondo le fonti presenti sul posto, che hanno fornito le prime informazioni all’Ansa, un commando composto da tre persone, che indossavano vestiti da soldato, avrebbero cercato di assaltare il Parlamento stesso.

Subito dopo la decisione sarebbe stata quella di prendere in ostaggio diversi turisti stranieri, che si trovavano nel museo, posto accanto allo stesso Parlamento. In base alle ultime notizie sarebbero almeno 18 le persone morte nei concitati minuti che hanno contraddistinto questa azione. A confermare la presenza delle vittime sono le parole di Mohamed Ali Aroui, riportate da Radio Mosaique. Per quanto riguarda la nazionalità delle stesse vittime una sola sarebbe tunisina; ben 17, invece, gli stranieri. Di questi ultimi non è stata ancora resa nota la nazionalità.
Alcuni testimoni hanno parlato di alcuni colpi di arma da fuoco nella zona dello stesso Parlamento provenienti, molto probabilmente, dagli agenti delle forze di sicurezza. Le voci si stanno ricorrendo in maniera vorticosa; le ultime parlavano di agenti antiterrorismo pronti ad agire, inizialmente asserragliati all’esterno del museo in attesa dell’evolversi della situazione, poi l’irruzione!.Riguardo agli ostaggi, il loro numero sarebbe stato compreso tra 20 e 30; e  tra loro, altamente probabile la presenza di nostri connazionali. Questo è quanto riferiscono alcuni media locali.
La Farnesina, inizialmente, ha confermato come due Italiani siano effettivamente rimasti feriti nell’attacco al museo. I due connazionali farebbero parte di una comitiva giunta in Tunisia nel corso di una crociera. Nei minuti precedenti l’attacco, nello stesso luogo stavano transitando tre autobus pieni di turisti. Altri cento italiani sarebbero stati messi in sicurezza dalle stesse forze tunisine. A sentire, invece, quanto riportato dalla  radio locale BusinessNews.com.tn. tra le vittime, anche due Italiani.

Tornando al Parlamento, è stato impedito sia ai deputati che ai giornalisti di abbandonare l’aula; sono stati gli agenti di sicurezza ad aver preso questa decisione per assicurare l’incolumità degli stessi. Il Museo Bardo, al momento dell’assalto, stava ospitando almeno 200 turisti; questo è quanto sostiene Radio Mosaique FM.
Tra gli Italiani sarebbe presente anche un gruppo di persone che lavorano per il Comune di Torino.  La stessa amministrazione piemontese,  in questi minuti, è impegnata nell’ottenere maggiori notizie attraverso la Farnesina.
Le ultimissime notizie parlano di un’operazione di evacuazione; alcuni turisti sarebbero già stati liberati grazie ad un blitz operato dalle forze speciali. Esisterebbero anche delle immagini in proposito, che presto verranno mostrate in Tv.
Il direttore del museo del Bardo è riuscito a parlare via telefono con un giornalista che lavora per “Le Parisien”. Quest’ultimo, Thibault Raisse, ha scritto un messaggio su Twitter, indicando come la situazione sarebbe attualmente sotto controllo. Non è però possibile fornire  indicazioni certe sul bilancio relativo alle vittime.
Il presidente della Commissione Europea, Juncker, sta seguendo personalmente l’evolversi della situazione. Nel corso di una conferenza stampa indotta d’urgenza ha indicato come la condanna per quanto avvenuto sia inevitabile. Secondo Valls, il Primo Ministro francese, l’azione compiuta dai terroristi illustrerebbe perfettamente le minacce alle quali sia l’Europa che il mondo sono soggette ormai quotidianamente.

3 Comments

  1. […] L’attentato di Tunisi che ha causato complessivamente la morte di 21 persone, ha colpito anche l’Italia. Secondo quanto ha dichiarato il Ministro Gentiloni nel corso della trasmissione televisiva “Agorà”, sarebbero quattro i nostri connazionali uccisi dai terroristi, e 13 i feriti, su un totale di 44 persone che dopo l’attentato sono state ricoverate negli ospedali della capitale tunisina. […]

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