AttualitàMondo

Argentina: morte misteriosa per l’accusatore del Presidente Kirchner, in pizza al grido di “Yo soy Nisman”

Ritrovato morto Alberto Nisman, giudice di 51 anni che aveva aperto una serie di indagini su Cristina Fernandez De Kirchner, attuale Presidente Argentina e sul suo ministro degli Esteri Ector Timerman. I due erano sospettati di aver insabbiato un coinvolgimento diretto dell’Iran nell’ attentato al centro ebraico (AMIA) di Buenos Aires che portò alla morte di 85 persone e più di 200 feriti. L’ attentato ad opera di un furgone-bomba risale al 18 Luglio del 1994, ed il procuratore Nisman iniziò l’indagine sul caso nel 2004.

Nisman inizialmente accusò l’ex presidente Carlos Menem per aver accettato una mazzetta di 10 milioni di dollari da Teheran in cambio del silenzio. Nel 2006 la giustizia argentina chiese l’estradizione di 5 Iraniani, compreso Akbar Hashemi Rafsanjani (ex Presidente), Ahmad Vahidi e Mohsen Rabbani (ex Ministri della difesa), nonché il precedente addetto culturale all’ambasciata iraniana di Buenos Aires ed alcuni Libanesi appartenenti alle milizie scelte che pare costituissero ‘la mano armata’ in questo attentato.
Il 2013 fu l’anno in cui Argentina ed Iran sottoscriverono un memorandum al fine di istituire una congiunta commissione d’inchiesta. L’accordo, ad oggi, pare svanito nel nulla tanto che l’anno scorso alcuni giudici argentini accusarono l’Iran di nascondere importanti informazioni.
Giusto lunedì il giudice dinanzi al Parlamento doveva presentare a porte chiuse i dettagli di base dell’accusa nei confronti del Capo di Stato e del Ministro degli esteri, i quali pare avessero preso, in cambio di una fornitura di petrolio a buon mercato, un accordo di immunità con Teheran, a beneficio degli Iraniani accusati della strage.
Il giudice Manuel de Campos ha, inoltre, confermato che lunedì stesso sarebbero stati probabilmente chiamati a testimoniare davanti alla giustizia la Presidente Kirchner ed il Ministro Timerman. La vittima aveva già confiscato ai politici sotto accusa 23 milioni di dollari e pare fosse in possesso di documenti e registrazioni che ne dimostravano il coinvolgimento.

Patricia Bullrich (parlamentare d’opposizione) ha riferito di essere stata in contatto telefonico col Giudice il quale, a più riprese, aveva denunciato minacce, temendo per l’incolumità della propria vita.
Il suo corpo senza vita è stato trovato dalla madre, insospettita dal servizio di sicurezza che non era riuscito a mettersi in contatto col Giudice, nel bagno della sua abitazione a Buenos Aires (13° piano della palazzina Le Parc) in una pozza di sangue, la notte di domenica.
Il procuratore Viviana Fein ha dichiarato che fino ad ora non ci sono elementi che non facciano pensare al suicidio, di fianco al corpo è stata ritrovata una pistola con un proiettile mancante di calibro 22. La pistola non è di proprietà del Magistrato il che crea qualche dubbio, ma alcune fonti giudiziarie dichiarano che l’arma gli fosse stata consegnata da uno dei suoi collaboratori di procura speciale, a sua richiesta per motivi di sicurezza. In ogni modo la Procura sta aspettando l’analisi di vari altri elementi prima di escludere qualsiasi ipotesi.

Nel recente passato non erano mancate le critiche sul lavoro del procuratore Nisman, come ad esempio, quelle del giudice preliminare, che non aveva esitato a definire la sua indagine “ai limiti del legale“. Jorge Capitanich (avvocato difensore della Kirchner), invece, ne aveva bollato le accuse come irrazionali ed incostituzionali, mentre più recentemente, solo il 14 Gennaio scorso Annibal Fernandez, segretario della Presidenza, aveva liquidato l’accusa con un semplice “ridicola”.
Nonostante come i primi accertamenti dell’autopsia propendano per la tesi del suicidio, escludendo un qualunque intervento esterno, inutile dire che il fatto ha scatenato molti dubbi, tali da costringere la stessa Kirchner a intervenire nella vicenda con una lunga lettera. Nel testo della stessa, il Capo dello Stato ripercorre le “molte irregolarità dell’inchiesta“, sollevando una serie di interrogativi sugli ultimi giorni del Procuratore, ipotizzando di un’indagine commissionata da altri, ed evidenziando la strana coincidenza fra gli attacchi jihadisti a Parigi, le ultime copertine del quotidiano Clarin (in forte opposizione al suo Governo),  e l’inatteso rientro di di Nisman dalle vacanze. Una serie di precisazioni che non hanno arginato le tante manifestazioni di piazza, che hanno visto migliai di manifestanti non solo invadere Plaza de Mayo a Buenos Aires, ma anche animare la notte nelle città di Cordoba,  Mendoza, Salta, e Santa Fe, percuotendo pentole e coperchi e intonando lo slogan, mutuato dall’attentato parigino, “Yo soy Nisman“, chiedendo a gran voce di far luce sulla vicenda.

1 Comment

Leave a Response