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Elena Ceste: il mistero dei vestiti, stranamente asciutti

Le indagini sulla morte di Elena Ceste si stanno concentrando su un elemento in particolare: i vestiti della donna, stranamente asciutti, che Michele Buoniconti, aveva consegnato ai carabinieri, dopo averli trovati, secondo le sue dichiarazioni, in parte nel cortile, ed in parte davanti al cancello.

I carabinieri contestano all’uomo proprio il fatto di averli raccolti, caricati sulla propria auto e consegnati in caserma. Il marito di Elena avrebbe dovuto lasciarli nel posto in cui li aveva trovati.

La circostanza che fa dubitare i carabinieri è proprio il fatto che i vestiti consegnati dal marito erano asciutti, mentre nella mattinata in cui sono stati trovati, con una foschia diffusa, il terreno era sicuramente umido. I vestiti, la maglietta, gli slip, il reggiseno, ed il maglione al rovescio, sono ora in mano ai Ris, che li stanno esaminando, così come stanno analizzando dei campioni di terreno che sono stati prelevati nel giardino della casa di Costigliole d’Asti dalla quale Elena Ceste era scomparsa lo scorso 24 gennaio.

Sugli indumenti nemmeno tracce di erba o di fango, mentre gli occhiali di Elena, miope, che non si trovano in un primo momento, escono fuori successivamente.

Giorgio Vitari, procuratore capo di Asti, ha spiegato che l’indagine mira a ricostruire quanto è accaduto nei 27 minuti della scomparsa della donna, che avrebbe dovuto percorrere nuda il sentiero che collega la casa alla roggia nella quale è stato recentemente ritrovato il suo cadavere.

Claudia Girola, avvocato di fiducia di Michele Buoniconti, chiede alla stampa che la “pressione mediatica” sul suo assistito e sui 4 figli si allenti. Nella mattinata di ieri si è evitato uno scontro tra uno dei fratelli, che stava uscendo con l’auto, ed un giornalista che si trovava nelle vicinanze del cancello.

Michele Buoniconti ostenta tranquillità ed in questi giorni ha lasciato la sua casa solo in occasione della messa, per accompagnare i figli in chiesa. Il 44enne vigile del fuoco ha dichiarato di “essere in pace con Dio e gli uomini”.

Da parte sua non c’è stata nemmeno la nomina di un perito di parte per l’autopsia sui resti della moglie, che si svolge ad Alba. In precedenza, Buoniconti, che ripete di non essere l’assassino della moglie, era indagato per istigazione al suicidio, ma secondo gli inquirenti la donna non si è suicidata ed è stato il suo assassino a nasconde il corpo nel canale nel quale è stato poi ritrovato.

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