Italia

Emergenza migranti, ultimatum di Paolo Gentiloni all’Europa: “L’Italia è pronta a chiudere i porti”

TENSIONE ITALIA-EUROPA – Più di 12mila sbarchi in poche ore, tanto che il dato comparato (preso in considerazione dall’inizio dell’anno nello stesso periodo di riferimento) fa registrare cifre-record. Anche per questo motivo, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha provato ad alzare la voce e, a margine dell’ultimo Consiglio Europeo, ha evidenziato la situazione di emergenza in cui si trova l’Italia, arrivando anche a minacciare una futura chiusura dei porti.

“I nostri partner europei hanno avuto parole di apertura verso la questione, ma ora attendiamo di vedere se si riuscirà a passare dalle parole ai fatti”

ha spiegato il premier, lasciando intendere che questa volta il nostro Paese si aspetta un sostegno concreto dagli altri Stati Membri. La minaccia, seppure velata e solamente paventata dal primo ministro italiano, è che in futuro si possa arrivare anche alla decisione di negare l’approdo delle navi straniere impegnate nelle operazioni di salvataggio nei nostri porti.

OGGI VERTICE CON LA MERKEL
– Intanto, nella giornata di oggi Gentiloni sarà a Berlino dove, tra gli altri argomenti sul tavolo, solleverà la questione nel mini-vertice a tre in programma con la padrona di casa, la cancelliera Angela Merkel, e il neo-eletto presidente francese Emmanuel Macron. L’incontro fungerà da anticamera del prossimo G20 che si terrà proprio in Germania, ad Amburgo (7-8 luglio), e nel quale il tema dei migranti, assieme a quello della minaccia terroristica e degli accordi di Parigi sul clima, sarà uno degli snodi-chiave.

Tuttavia, prima di arrivare ad un eventuale braccio di ferro, la diplomazia italiana cercherà di trovare un accordo con Dimitris Avramopoulos, il Commissario alle Migrazioni presso la Commissione Europea, evidenziando come la nostra Marina non è più in grado di gestire l’ingente flusso di sbarchi di navi gestite essenzialmente dalle Ong. Ad ogni modo, fonti interne alla Commissione sembrano sottolineare che i “margini giuridici di manovra” dell’Italia per attuare il suddetto blocco siano molto limitati e che quindi dovrà essere trovato un punto d’intesa a metà strada.

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