Cinema

Il labirinto del silenzio nella shortlist per l’Oscar: il film di Giulio Ricciarelli ha fatto scalpore in Germania

IL PRIMO FILM DI RICCIARELLI – Smaltita l’amarezza patita per l’esclusione di Non essere cattivo, il film postumo di Claudio Caligari e prodotto da Valerio Mastandrea, l’Italia potrebbe essere comunque rappresentata alla prossima cerimonia di consegna dei Premi Oscar da un regista poco conosciuto alle nostre latitudini. Si tratta dell’italo-tedesco Giulio Ricciarelli che, con Il labirinto del silenzio, è stato inserito nella shortlist di nove pellicole che potrebbe contendersi l’award destinato al Miglior Film Straniero. Nel corso di un’intervista concessa a TgCom24, il 50enne regista nato a Milano ma cresciuto artisticamente in Germania ha parlato del suo ultimo lavoro, definendolo “un’opera che, pur nella sua impostazione teutonica, ha un evidente lato italiano che gli spettatori non mancheranno di notare”. Il labirinto del silenzio arriverà infatti nelle sale di tutta la penisola il 14 gennaio e promette già di essere una delle rivelazioni della prossima stagione cinematografica.

UN’ANIMA ITALIANA – Ambientato nella Germania degli anni Cinquanta, il film di Ricciarelli tratta di un fenomeno che all’epoca destò molto scalpore, ovvero il fatto che molti tedeschi, a distanza di qualche anno, non fossero a conoscenza dell’esistenza dei campi di sterminio quale quello di Auschwitz. “Il crimine più famoso del mondo era totalmente sconosciuto – ha raccontato Ricciarell i- e il progetto è nato assieme ad Elisabeth Bartel, la mia sceneggiatrice che aveva letto un interessante articolo a proposito del processo di Francoforte”.

Il protagonista, un giovane procuratore interpretato da Alexander Fehling, si farà promotore di questa volontà di portare alla luce una scomoda verità, oltre che di evitare che testimonianze e documenti sull’Olocausto vadano perduti per sempre. “Mettere in scena questa vicenda è stato un bel rischio ma in Germania è il film è stato accolto bene” ha spiegato il regista durante l’intervista, ricordando anche come il suo lavoro sia stato fortemente influenzato anche dai suoi ricordi dell’Italia e da uno stile registico che non ha paura di portare sullo schermo le emozioni.

Il labirinto del silenzio è diventato inoltre un piccolo caso in Germania anche perché rappresenta il debutto di Ricciarelli dietro la macchina da presa dopo diversi film in cui ha lavorato solamente nei panni di attore. A tal proposito, il diretto interessato ha detto di aver faticato all’inizio a calarsi in questa nuova esperienza, dal momento che ha confessato di “non essere preparato alla pressione continua che c’è sul set, oltre che in fase di post-produzione”.