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Jobs act: come cambieranno gli ammortizzatori sociali con la riforma Renzi?

La battaglia riguardante la necessità o meno di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sta infiammando il dibattito tra le forze politiche e tutte le componenti del mondo del lavoro e sta probabilmente offuscando e facendo passare sotto silenzio quelle che sono le altre misure che nell’intenzione di Renzi e del suo Governo dovrebbero formare quello che ormai tutti conosciamo con il nome di “Jobs Act“, che poi altro non è che una legge di riforma del mercato del lavoro.

Premesso che quello attualmente allo studio del Senato è un ddl, ovvero un disegno di legge delega, che quindi potrà subire delle variazioni nel corso dell’esame da parte dell’altro ramo del Parlamento e che comunque, anche una volta approvato in via definitiva, altro non è che uno strumento normativo con cui vengono messi nero su bianco alcuni principi e indirizzi che dovranno poi essere concretizzati dall’esecutivo con una serie di decreti attuativi che potrebbero rendere diverso il Jobs Act da come lo si immagina oggi, vediamo quello che potrebbe cambiare tra pochi mesi nel mondo del lavoro.

Una delle novità maggiori potrebbe essere la creazione di un ammortizzatore sociale che vada a tutelare qualsiasi tipologia di lavoratore che si sia ritrovato a dover fare i conti con un licenziamento. In altri termini l’intenzione del nuovo Esecutivo sarebbe quella di creare un sussidio di disoccupazione che possa garantire anche coloro che lavorano con contratti quali quello a progetto e il suo antesignano, il “co.co.co” (acronimo di contratto di collaborazione a progetto). In realtà l’idea dei tecnici del Ministero del Lavoro non sarebbe quella di creare un sussidio “ex novo” ma più semplicemente, di rendere applicabile l’Aspi, nato nel 2012 con la riforma Fornero, a quelle tipologie di lavoratori che oggi come oggi non hanno nessun ammortizzatore sociale a tutelarli in caso di perdita del posto di lavoro.

Per quanto concerne il periodo temporale di applicazione dei sussidi per la disoccupazione così come dovrebbero diventare con la riforma delGgoverno, vi dovrebbe essere un’estensione per chi ha più anzianità di servizio e la anche la cifra dovrebbe variare a seconda degli anni spesi nel mondo del lavoro da parte del neo-disoccupato.
Infine, nelle intenzioni dell’esecutivo vi sarebbe anche quella di dare un sostegno a chi è senza un’occupazione e ha già sfruttato l’ammortizzatore sociale costituto dall’Aspi: l’idea sarebbe quella di dare vita ad una specie di reddito minimo garantito, la cui durata ed entità non è però stata, almeno allo stato attuale dell’iter legislativo, indicata.

Tuttavia bisogna ricordare come per tutti questi provvedimenti bisognerà cercare le fondamentali coperture, ovvero i soldi necessari per rendere applicabile questo piano di tutele dei lavoratori: anche per questo fondamentale punto non è ancora chiaro in che modo l’esecutivo pensa di riuscire e scovare le risorse.

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