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L’attentato di Gerusalemme, Netanyahu: “Siamo sotto attacco”

A Gerusalemme torna l’incubo degli attentati terroristici. Due palestinesi, Rassan e Adi Abu al-Jamal , che vivevano nel quartiere di Jabel Mukaber, sono entrati in una sinagoga, armati di una pistola e di un’ascia, ed hanno causato la morte di 5 persone tra i quali un poliziotto, prima di venire a loro volta uccisi dall’esercito israeliano.

Gli altri 4 morti sono dei rabbini, che erano intenti a pregare nella sinagoga, un cittadino inglese e tre cittadini americani. I testimoni che hanno assistito al massacro lo hanno definito come “terrificante”. I quattro rabbini sono morti subito, mentre il poliziotto è stato ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni erano gravissime ed è morto nella serata di ieri.
Oltre alle cinque vittime, ci sono stati anche dei feriti, e sette di loro si trovano ancora ricoverati in ospedale, ma non si teme per la loro vita.

I due terroristi palestinesi, che sembra abbiano agito da soli, erano stati liberati nel 2011 in cambio della liberazione di un soldato israeliano, Gilad Shalit.

Durissima la reazione del premier israeliano Netanyahu, che ha dichiarato che la reazione di Israele a questo attentato sarà immediata e condotta con durezza. Netanyahu ha anche criticato duramente sia Hamas che Abu Mazen per il loro incitamento alla violenza, che secondo il premier israeliano, è stato ignorato dalla comunità internazionale.

Da parte palestinese si sono avuti dei messaggi di condanna dell’attentato da parte di Abu Mazen, capo dell’Autorità Palestinese, mentre un portavoce di Hamas si è detto felice per la riuscita dell’attentato, affermando che è diritto dei palestinesi di cercare vendetta per i propri martiri.

Le case dei due attentatori sono state perquisite, e nel corso di alcuni disordini si sono avuti anche dei contusi.

Parole di condanna sono arrivate dagli Stati Uniti, dove ha parlato John Kerry, il segretario di Stato, porgendo anche le condoglianze allo stato israeliano ed alle famiglie delle vittime, dall’ambasciatore dell’Unione Europea che si è detto inorridito, e da David Cameron che ha affermato di pensare principalmente alle famiglie della vittime. In seguito ha espresso il suo pensiero anche il presidente Barack Obama che ha definito ingiustificabili queste azioni.

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