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L’Egitto colpisce basi dell’Isis in Libia e chiede all’ONU una reazione internazionale

La situazione in Libia sta precipitando sempre di più nel caos. Dopo che l’Isis ha diffuso il video con le immagini della decapitazione dei 21 egiziani copti e le minacce contro l’Italia, l’aviazione egiziana ha colpito delle postazioni dell’Isis che si trovano in territorio libico.

Gli obiettivi colpiti dai caccia dell’aviazione del Cairo sono magazzini di armi e campi dove vengono addestrati i guerriglieri islamici. Dopo una riunione dei ministri interessati e dei vertici dell’esercito egiziano con il presidente al-Sisi, Sameh Shukri, Ministro degli Esteri egiziano, è partito alla volta di New York, dove, alle Nazioni Unite avrà una serie di colloqui, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire in Libia per porre fine al caos ed all’avanzata dei miliziani del Califfato.

Secondo l’Egitto, i fatti che stanno accadendo in questo momento nel paese vicino, rappresentano una minaccia non solo locale, ma internazionale, e da affrontare quindi sotto l’egida dell’ONU.

Intanto, il governo italiano ha deciso la chiusura della sua ambasciata a Tripoli, ultima rimasta aperta tra quelle europee, ed ha dato il via al rientro degli italiani dal paese africano. Ad Augusta in Sicilia è arrivato il catamarano “San Gwann”, che aveva a bordo 42 passeggeri italiani, tra i quali anche l’ambasciatore. I 42 sono stati accompagnati a Sigonella e partiranno successivamente per la capitale a bordo di un aereo militare.

Ai giornalisti non è stato concesso di avvicinare le 42 persone rientrate nel nostro paese. La decisione di far rientrare i nostri connazionali era stata presa dal Governo, come ha dichiarato il Ministro Gentiloni, proprio a causa dell’evidente aumento delle violenze e dell’avanzata dei miliziani dell’Isis.

Nello stesso tempo, il governo italiano ha dichiarato anche di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità e fare la sua parte se l’ONU decidesse di intervenire il Libia. Una intenzione che anche il premier Renzi ha ribadito nella giornata di ieri. L’ipotesi di partecipare con 5 mila uomini ad una missione internazionale, ventilata da Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, trova l’approvazione di Silvio Berlusconi, mentre dall’altra parte, alcuni esponenti di Sel invitano il governo ad agire con prudenza ed a lasciare che si provi prima con azioni diplomatiche. Contrario il M5S, secondo il quale un intervento militare contribuirebbe solo a peggiorare la situazione attuale.

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