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Messico: l’esercito a Guerrero, Polizia e narcotrafficanti complici nella scomparsa degli studenti

A poche ore dalle dichiarazioni con cui il Presidente messicano Pena Nieto ha promesso di identificare e punire gli autori del massacro di 43 studenti, l’esercito federale è entrato nella città di Iguala, nello stato meridionale di Guerrero, prendendo il controllo delle strade e disarmando le forze di sicurezza locali.
Ventidue poliziotti sarebbero stati arrestati e condotti in una base militare in attesa che le indagini facciano luce sugli episodi che nei giorni scorsi hanno insanguinato lo stato di Guerrero.

L’episodio all’origine di questa drammatica escalation di violenza è la violenta repressione con cui il 26 Sttembre la polizia è intervenuta per disperdere una manifestazione di protesta inscenata da un gruppo di studenti: in seguito ai violenti scontri, 43 studenti spariscono nel nulla.

Il 4 Ottobre, grazie a una soffiata, reparti dell’esercito conducono un rastrellamento a Pueblo Viejo, un’area di campagna circostante la città di Iguala, e rinvengono sei fosse comuni con numerosi corpi carbonizzati. In attesa che i test del DNA chiariscano se i corpi ritrovati appartengano agli studenti scomparsi, pesanti sospetti sul coinvolgimento delle forze di sicurezza locali inducono il Governo centrale a inviare l’esercito per prendere direttamente il controllo della situazione.

Il procuratore dello stato di Guerrero, Iñaky Blanco, ha dichiarato che il Sindaco della città di Iguala è attualmente ricercato dalla giustizia. Mandati di cattura sono stati emessi anche nei confronti di funzionari locali con l’accusa di collusione con l’organizzazione criminale “Guerreros Unidos“.
L’episodio getta pesanti ombre sulla reale affidabilità delle forze di polizia messicane, accusate di essere corrotte e pesantemente infiltrate da bande criminali e dai potenti cartelli della droga.

 

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