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Norman Atlantic: sale la triste conta dei morti, aperte 3 inchieste per naufragio colposo

Le conseguenze dell’incendio del traghetto Norman Atlantic si aggravano, con il conteggio dei morti che sale a quota 10, mentre risultano  427 le persone tratte in salvo, anche se resta un giallo il numero dei dispersi, che, secondo alcune fonti greche, sarebbero 38.

Ottantatré dei superstiti sono stati portati a bordo della nave italiana San Giorgio, che sta ancora stazionando nelle vicinanze del traghetto. L’arrivo della San Giorgio, al porto di Brindisi, previsto nella mattina di oggi, avverrà quindi in un momento successivo, mentre altri 38 superstiti del Norman Atlantic, dovrebbero essere sbarcati a Manfredonia da un’altra nave ed i cadaveri trasportati nel porto di Bari. Secondo le ultime notizie 8 dei 10 corpi delle vittime sono stati recuperati, mentre altri 2 si trovano ancora sul traghetto, dal quale è disceso anche il capitano, Argilio Giacomazzi, che era rimasto a bordo, in compagnia di 4 ufficiali della marina militare. Da parte delle autorità italiane si dichiara che in questo momento è ancora presto per fare il punto sul numero dei dispersi; i ministri Pinotti e Lupi parlano della possibilità che durante le operazioni di salvataggio, qualche persona possa essere caduta in mare. Pertanto in questo momento si fa riferimento solamente alla lista ufficiale. Nello stesso tempo è stata diramata la notizia che sul traghetto si trovavano anche una decina di clandestini, di nazionalità afgana, due dei quali sono tra le persone che sono state portate sulla San Giorgio. Tra i passeggeri tratti in salvo, la grande maggioranza sono Greci, ma risultano anche Italiani, Tedeschi, Svizzeri ed Albanesi.
I membri dell’equipaggio che sono stati salvati sono 56; tra questi 22 risultano essere Italiani. Un uomo che era diretto a Roma per passare il Capodanno insieme ad un gruppo di amici, ha parlato di gente caduta in mare da bordo di una lancia di salvataggio, e di non sapere se siano stati ripescati o meno. Lo stesso uomo ha parlato di molte urla e di gente svenuta, mentre il fumo era in ogni dove. Secondo le notizie apprese, l’incendio si è sviluppato inizialmente nel garage della nave, quando erano le 4.30 del mattino, e la Norman Atlantic si trovava a circa 20 miglia di fronte alla costa albanese, dopo essere partita dal porto greco di Patrasso, ed aver fatto una prima sosta ad Igoumenitsa. Il Norman Atlantic è di proprietà di una compagnia di navigazione, la Visemar, e la sua destinazione era il porto di Ancona, dove doveva arrivare nel pomeriggio della domenica. Le cause che hanno scatenato le fiamme non sono ancora chiarite, ma si pensa ad un corto circuito, innescatosi in uno dei camion presenti all’interno del garage, alcuni dei quali trasportavano olio.
A pieno carico, la Norman Atlantic, che era stata noleggiata dalla Anek Lines, una compagnia greca, per sostituire la Ellenic Spirit durante la fase di manutenzione, trasporta circa 800 passeggeri e 250 autovetture. Secondo l’opinione di alcuni camionisti presenti a bordo, la Norman Atlantic era in sovraccarico, ed alcuni mezzi pesanti strusciavano con la loro parte alta con il soffitto del garage. Questo avrebbe potuto pertanto provocare le prime scintille con il movimento dei mezzi dovuto al mare grosso, che il traghetto stava affrontando. Una ricostruzione che viene smentita da Carlo Visentini, armatore del traghetto, il quale ammette l’esistenza del problema, ma chiarisce che era stato subito risolto, e che il traghetto risultava quindi in piena efficienza. Dal garage l’incendio si è poi propagato anche ai ponti superiori, con notevole velocità ed il traghetto è divenuto, di fatto, ingovernabile, con molti problemi derivanti dal fumo e dalle alte temperature. Sull’accaduto sono state aperte 3 inchieste da 3 diverse procure italiane, Bari, Lecce e Brindisi, tutte con l’ipotesi di naufragio colposo.

In questi primi momenti si stanno raccogliendo tutti gli elementi disponibili, poi sarà sciolto il nodo della “competenza territoriale”. I soccorsi alla Norman Atlantic sono stati resi difficili dalle condizioni meteo, con il mare che era a forza 7-8 con onde che superavano i 5 metri di altezza, e che impedivano di accostare al traghetto. Il coordinamento è stato fatto dall’Italia, con uso di elicotteri, mentre sono state chiamate anche le navi di tutte le nazionalità presenti in zona, che hanno accolto i superstiti, raccolti dagli elicotteri.

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