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Nuovo sterminio di massa in Messico?

Durante una marcia di protesta ad Acapulco sarebbero infatti scomparsi dodici professori, a lanciare l’allarme per le loro sorti sono proprio i colleghi degli stessi.
Tale repressione, se effettivamente di questo si tratta, giunge dopo quella verificatasi a Iguala nel settembre scorso. Un efferato massacro in cui persero la vita 43 giovani, rapiti e arsi vivi da una banda di narco trafficanti, dietro commissione dello stesso sindaco di Iguala e della moglie. Tutto ciò sebbene le famiglie delle presunte vittime si rifiutino di credere a tale versione, fornita da tre narcos reo confessi.

Allora si trattava di studenti, oggi si parla invece di docenti. La marcia di Acapulco doveva essere il culmine di tutta una serie di proteste, finalizzate a catalizzare l’attenzione sulle precarie condizioni in cui versa istruzione pubblica in Messico.
Considerato proprio il drammatico precedente, adesso sono ore di angoscia quella che scandiscono il trascorrere del tempo senza che si abbiano notizie sulle sorti degli insegnanti desaparecidos.

Il coordinamento dei lavoratori dello Stato di Guerrero, lo stesso che era stato il promotore della manifestazione, annuncia di stare preparando un esposto ufficiale alla magistratura. Oltre alla scomparsa dei dodici irreperibili, che dopo la manifestazione non sono rientrati a casa ma non risultano essere nemmeno agli arresti, verrà denunciata anche la morte di un anziano insegnante 65enne a causa della violenza della repressione messa in atto, e lo stupro di quattro professoresse ad opera di agenti della polizia.

Se gli agenti negano che il docente sia morto a causa delle percosse ricevute, imputando le cause del decesso ad un investimento automobilistico fortuito; una delle quattro donne, intanto, sarebbe ancora ricoverata in ospedale, a causa della violenza delle sevizie subite.

Mentre l’opinione pubblica internazionale è distratta dai venti di guerra che soffiano dall’Est Europa (Ucraina), dalla situazione in Libia e dalle continue minacce terroristiche portate avanti dall’Isis, in un paese presunto liberale come il Messico si continuano a calpestare i più basilari dei diritti umani.

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