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Omicidio stradale: doccia fredda, dal ddl sparisce l’ergastolo della patente. Solo sospensione per chi uccide

Nelle scorse settimane, in tema di inasprimento delle pene in caso di omicidio stradale, si era paventata l’ipotesi di introdurre il ritiro definitivo della patente nei casi più gravi.Ora, nel disegno di legge appena presentato, tale misura non è più presente, sostituita dalla sospensione fino ai 12 anni. Il ddl è stato proposto in commissione Giustizia da Giuseppe Luigi Cucca (appartenente al Partito democratico).

Quanto promesso ai parenti delle vittime stradali e all’opinione pubblica si è dissolto come una bolla d’aria. Sembrano non essere servite a nulla, pertanto, le manifestazioni che si sono tenute in oltre 20 città italiane nel mese di Marzo per ricordare i 3.000 morti che si verificano annualmente sulle nostre strade.
In particolare, di questi morti, 1/3 è dovuto ad incidenti causati da soggetti che si mettono alla guida sotto l’effetto di alcool e droghe. Per quanto riguarda le motivazioni che avrebbero portato ad una retromarcia tanto netta quanto inaspettata, il relatore Cucca, che agisce in qualità di avvocato, ha voluto indicare come il cosiddetto “ergastolo della patente” fosse una misura improponibile. Infatti, secondo lo stesso Cucca, non sarebbe ammesso sul piano della “legittimità costituzionale“.

Eppure, tale spiegazione, seppure possa apparire ineccepibile dal punto di vista giuridico, non convince molte persone. È sufficiente ricordare che molte delle vittime sono bambini per far capire come la questione meriti ulteriori approfondimenti. Ad esempio, una decina di mesi fa una delle vittime, Gionatan La Sorsa, venne ucciso davanti ai genitori e del fratello a Ravenna. Fu trascinato per più di 80 metri dalla vettura guidata da un 38enne, Krasimir Dimitrov, che si era poi dato alla fuga. Nel ricostruire la storia, risultò che Dimitrov aveva trascorso un pomeriggio al bar con gli amici, alzando decisamente il gomito, tanto da dover essere accompagnato a casa. Una volta entrato, però, decide di prendere le chiavi e di mettersi alla guida della sua Mercedes. Solo 30 ore dopo fu rintracciato dalla Polizia stradale. Dopo l’arresto, il patteggiamento a 2 anni e 9 mesi, una pena che non ha accontentato nessuno. L’omicida, oggi, si trova già in libertà, dovendo solamente rispettare l’obbligo di firma. Inoltre, alla famiglia del piccolo Gionatan si è aggiunta al danno la beffa, visto che non è stato riconosciuto nessun risarcimento. Infatti, l’assicurazione bulgara non ha i fondi per ottemperare. Certo, è facile immaginare come la madre dello stesso Gionatan, Fabiola, abbia appreso la notizia del mancato inserimento dell’ergastolo della patente nel ddl appena presentato.

Fortunatamente, potranno essere proposti degli emendamenti; si attende, infatti, la modifica della sospensione in revoca. Questo porterebbe le persone colpite dalla misura a dover sostenere nuovamente l’esame per la patente. A sorprendere è il fatto che il Governo, solitamente diviso su ogni questione, aveva per una volta trovato appoggio da parte delle diverse fazioni politiche, apparendo molto compatto.
Era stato lo stesso ministro dell’Interno Alfano ad indicare come uno degli obiettivi del “Patto di Governo” fosse proprio quello di introdurre il reato di omicidio stradale. Sempre Alfano, a Marzo aveva indicato come la scelta di proporre una “fattispecie di reato nuova”, risultasse ormai indispensabile per aumentare la capacità sanzionatoria. Quest’ultima, a sua volta, avrebbe una funzione deterrente. Ora, è arrivata la doccia fredda che nessuno si aspettava.

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