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Papa Francesco incontra Kim Davis, imprigionata per aver negato la licenza di matrimonio a due omosessuali

Durante il suo ultimo viaggio negli Stati Uniti, Papa Francesco avrebbe incontrato in maniera privata Kim Davis, la dipendente dell’ufficio pubblico della contea del Kentucky, che si era rifiutata di rilasciare ad una coppia omosessuale la licenza matrimoniale.

La notizia dell’incontro, pubblicata in esclusiva sulla rivista Inside the Vatican, è stata avallata dalle affermazioni della stessa donna. Kim si trovava, insieme a suo marito, a Washington; entrambi dovevano ricevere un premio, the “Cost of Discipleship”.
L’incontro con il Pontefice si è svolto nella giornata di giovedì, alla Nunziatura.
Durante i 15 minuti trascorsi insieme, il Papa e Kim si sono abbracciati a lungo. Non erano presenti interpreti. Il Pontefice le avrebbe rivolto alcune parole in inglese, elogiando l’impiegata per il coraggio dimostrato. La Davis ha ringraziato il Papa, dicendo che si era molto preparata per questo incontro e che aveva addirittura chiesto ad un Monsignore se fosse stato opportuno abbracciarlo.
Infine la donna, dopo aver ricevuto in dono un santo rosario, è scoppiata in lacrime, affermando che lo avrebbe regalato ai suoi genitori, profondamente Cattolici. L’impiegata non riesce ancora a credere come il vescovo di Roma abbia potuto scegliere di incontrare proprio lei, che si dichiara essere una semplice seguace di Gesù, che cerca di servirlo al meglio.

Il gesto del Papa appare molto chiaro dopo le parole pronunciate durante la conferenza stampa avvenuta sul volo di rientro in Italia.
Alla domanda del giornalista Terry Morgan riguardo l’obiezione di coscienza, il Pontefice ha risposto così:

“Io non posso avere in mente tutti i casi che possono esistere di obiezione di coscienza. Ma sì, posso dire che l’obiezione di coscienza è un diritto ed entra in ogni diritto umano. È un diritto, e se una persona non permette di esercitare l’obiezione di coscienza, nega un diritto. In ogni struttura giudiziaria deve entrare l’obiezione di coscienza, perché è un diritto, un diritto umano. Altrimenti, finiamo nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo è un diritto di non qualità… È un diritto umano. A me sempre – questo va contro di me! – sempre ha commosso quando, da ragazzo ho letto – parecchie volte – la “Chanson de Roland”: quando c’erano tutti i maomettani in fila, e davanti c’era il fonte battesimale o la spada, e dovevano scegliere. Non era permessa loro l’obiezione di coscienza. No, è un diritto. E noi, se dobbiamo fare pace, dobbiamo rispettare tutti i diritti.”

Aggiungendo infine:

“È un diritto umano. Se il funzionario di governo è una persona umana, ha quel diritto. È un diritto umano.”

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