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Paura in Europa, i jihadisti preparano 10 attacchi

Proprio dall’Oriente, in particolare dal Mossad, i servizi segreti israeliani, arriva un grido d’allarme per tutta l’Europa che avverte che i jihadisti sono pronti a colpire il Vecchio continente con altri 10 attacchi dopo i noti fatti occorsi in Francia, a Parigi, con l’attentato a Charlie Hebdo che ha fatto rabbrividire tutto il mondo.

Il piano dei terroristi islamici è chiaro e ben inquadrato, e purtroppo non sembra esclusa l’Italia: stando alla ricostruzione dell’intelligence israeliana, quella che si prospetta con gli attacchi è solo la seconda fase di questo piano.

La prima, infatti, prevedeva di infiltrare, attraverso sbarchi clandestini o documenti falsi, migliaia di unità in giro per l’Europa che, uniti agli immigrati già residenti in questi Paesi, alcuni dei quali arrivati alla seconda se non alla terza generazione, creano il ceppo di base, la cellula attraverso la quale radicarsi sul territorio in maniera più capillare possibile.

Secondo stime provenienti dal Mossad, solo in Italia sarebbero 162 affiliati gli affiliati all’Isis pronti a portar avanti la jihad; densità crescente di infiltrazioni anche negli altri Paesi europei, come Francia con 350 unità, Gran Bretagna (622), Belgio (75), Olanda (83), Germania (220) e persone nei Paesi nordici come Svezia (125) e Danimarca (43).

Inquietante sarebbe le modalità con cui si vorrebbero decidere le tipologie e le date degli ipotetici attacchi: un ruolo fondamentale purtroppo in questo senso lo svolgono il web e i social, con i quali i terroristi islamici riescono a raggiungere gran parte del mondo, accaparrandosi seguaci con una cruenta e spietata campagna mediatica freddamente pianificata e studiata.

I jihadisti avrebbero già scelto gli obiettivi da colpire ma vorrebbero però coinvolgere il più possibile i loro seguaci: sembra infatti che sui siti dell’Isis sia partito un macabro sondaggio per stabilire quale sarà la prima città da attaccare e si attenderebbe soltanto il raggiungimento del quorum di votanti per sferrare un attacco.

Una modalità non nuova per i terroristi, che già in occasione dell’esecuzione del pilota giordano arso vivo dall’Isis, aveva coinvolto il web per scegliere in maniera comunitaria, le modalità di uccisione dell’ostaggio.

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