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Rischio infiltrati Isis tra gli immigrati a Palermo

Nel 2014 sono stati quasi 200.000 gli immigrati a raggiungere il Paese, e in prima  tappa prevede la Sicilia. Questo numero esorbitante ha allarmato le forze dell’ordine, che hanno sospettato che tra la gente disperata in cerca di asilo si potessero celare membri dell’ISIS. Qualche mese fa era stato Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, a parlare di un possibile pericolo di infiltrazioni. Il numero degli immigrati aumenta esponenzialmente il rischio che tra di essi vi siano possibili membri dell’Isis.

A segnalare alla Procura di Palermo che si potrebbe trattare più di una semplice possibilità sono stati i Servizi Segreti. Adesso l’inchiesta è nelle mani del pool antiterrorismo, che ha individuato come alcuni soggetti siano ancora in Italia, mentre altri abbiano lasciato il Paese. Le nazioni di provenienza di questi infiltrati sarebbero la Libia e la Siria.

Per individuare la provenienza di questi soggetti la Procura di Palermo ha costituito un gruppo, il cui obiettivo è rintracciare i responsabili dei flussi migratori. Al momento, il compito della Procura è quello di monitorare e raccogliere informazioni. Ma non soltanto la Sicilia è coinvolta: anche gli inquirenti di Milano stanno agendo per monitorare eventuali casi di terrorismo individuale. Si pensa, infatti, che questi infiltrati prediligano per lo più altre zone del territorio come eventuali target di attacchi terroristici.

Intanto, come previsto, il dibattito si è acceso più infuocato che mai. Alcuni personaggi del mondo della politica come Daniela Santanché e il governatore della regione Veneto Luca Zaia esprimono la loro contrarietà a Mare Nostrum. Secondo disorganizzazione del progetto e il buonismo si sarebbero  raggiunti  questi inevitabili risultati.

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