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Siria: in mano ai miliziani le due giovanissime volontarie italiane

Vanessa Marzullo e Greta Ramelli non davano loro notizie dal 31 Luglio, l’ultima volta che sono state sentite dai familiari e, ieri, la Farnesina ha confermato che le due ragazze, poco più che ventenni, sono in mano a una banda armata di miliziani che sta combattendo nella sanguinosa guerra civile siriana.

Le due ragazze sono le fondatrici e promotrici del progetto”Horryaty” che come finalità ha di portare aiuto e sostegno solidale in Siria. Nonostante la giovane età, non era la prima volta che le due ragazze si trovavano in Siria: il loro primo viaggio risale a Marzo di quest’anno e l’esperienza per loro era stata talmente entusiasmante ed emozionante che hanno deciso di replicare immediatamente, dopo pochi mesi.

Erano arrivate ad Aleppo il 22 Luglio e avevano scelto una casa come base operativa per la loro missione; in Siria, erano supportate da una terza persona, probabilmente locale, di cui ancora non è stata resa nota l’identità ma che è anch’essa irreperibile dallo stesso tempo delle due Italiane e, si pensa, che nel raid sia stata rapita anche lei.
Stando alle prime ricostruzioni, pare che la milizia abbia accerchiato l’abitazione delle ragazze mentre loro dormivano: erano le 4 del mattino e con un irruzione le hanno portate via, rendendole irreperibili.

La notizia è stata diramata con qualche giorno di ritardo per consentire alla Farnesina di svolgere tutti gli accertamenti necessari, facendo lavorare con quanta più calma possibile l’Unità di Crisi, prima di creare allarmismi. Le famiglie delle due ragazze sono state immediatamente avvertite e vengono tenute in costante aggiornamento sulle novità e sulle operazioni dagli incaricati del Ministero, che stanno lavorando alacremente per riportare le giovani a casa il prima possibile.

Il progetto che le vede impegnate ha l’obiettivo di collaborare a stretto contatto con la popolazione locale, per creare con loro un sistema valido ed efficiente che renda la comunità autosufficiente e non dipendente agli aiuti esterni.

Nel racconto che le giovanissime avevano fatto su Facebook della loro prima esperienza, avevano parlato di grande accoglienza e sicurezza, con una squadra di persone locali che le seguiva passo passo garantendone l’incolumità: la loro giovane età e inesperienza, però, unite al grande entusiasmo per questo grande progetto, probabilmente aveva fatto loro percepire la situazione siriana in maniera diversa da quello che è realmente, perché in una situazione di guerra civile così sanguinosa, dove non ci sono regole e le milizie armate, non si fanno scrupoli a premere il grilletto, non si può parlare di certezza in merito alla sicurezza.

Il rapimento delle giovani arriva a un anno di distanza da quello di Padre Dall’Oglio, sparito nel nulla dopo essere stato rapito dai miliziani armati: anche lui era in Siria e lavorava per garantire a questa popolazione almeno una speranza per un futuro migliore.

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